Come parlare con i cani e farsi capire

Tono dolce e fermo. Ripetere più volte le parole chiave. E usare la gestualità. Come si traducono i movimenti dei cani

come parlare con i cani
Con i cani si parla, e ci si capisce bene. L’importante è avere un metodo, per non sprecare la possibilità di comunicare, che comprende, per esempio, il modo con il quale catturiamo la sua attenzione, il dizionario che condividiamo (con alcune parole chiave), la nostra capacità di ripetere le frasi che non sono state comprese. E anche l’ascolto: il cane risponde, anche solo rizzando le orecchie, segno inequivocabile della sua attenzione, e dunque va ascoltato.

COME PARLARE CON I CANI

Parlare con i cani. Non è solo un vezzo, o un modo di sfogarsi con il compagno della vita domestica, ma può diventare una vera forma di comunicazione. Perché i cani si sforzano di capire che cosa gli stiamo dicendo e di interpretare il nostro stato d’animo per poi comportarsi di conseguenza. E questo è ormai certificato dalla scienza, come dimostrano le conclusioni di una ricerca inglese svolta nell’università del Sussex. Secondo questo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology, ogni volta che rivolgiamo la parola al cane, si accendono insieme gli emisferi destro e sinistro del suo cervello. E avviene qualcosa di molto simile a quanto accade nella testa degli uomini quando, per esempio durante una conversazione, cerchiamo di comprendere nello stesso tempo le parole e il linguaggio non verbale del nostro interlocutore. È felice? È arrabbiato? È spaventato? «Non sappiamo in che modo e quanto i cani comprendono le informazioni contenute in un discorso, ma possiamo dire con certezza  che reagiscono non solo al tono emotivo di quello che diciamo ma anche al significato delle parole» avverte la psicologa Victoria Ratcliffe.

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CHE COSA CAPISCE UN CANE?

Non tutti i cani capiscono le cose che diciamo allo stesso modo, Alcuni, come il border collie, particolarmente intelligenti, sembrano non avere limiti di comprensione. E riescono perfino a classificare (lo studio è dell’Università di Lipsia) le parole relative a 200 giochi diversi. Secondo quanto pubblicato dalla rivista  Science  cani capiscono perfettamente le nostre parole, le sanno interpretare e decifrare. Il loro intuito è molto alto, a condizione che il nostro tono sia giusto e non troppo imperativo e urlato.

COME FARSI CAPIRE DA UN CANE?

Ma come si parla ai cani? Innanzitutto bisogna tenere presente che per la loro comprensione sono importanti la nostra espressione della faccia, i movimenti che facciamo durante il discorso e il tono della voce. Per avere qualche consiglio giusto, potete dare uno sguardo al sito www.dogsitter.it dove Aldo Biondi, accalappiatore nella provincia di Cremona e titolare di due allevamenti di beagle e di bassethound, racconta i segreti della conversazione con i cani. Un dialogo che, come ci hanno fatto sapere i ricercatori inglesi, non è con dei marziani. Per farsi capire da un cane, il tono con il quale ci rivolgiamo a lui, ricercandone l’attenzione, deve essere dolce e fermo allo stesso tempo. Utilizziamo sempre lo stesso tono, e ripetiamo più volte le parole chiave, fino a quando non abbiamo la certezza di essere compresi. Usiamo le mani: la gestualità è un tipo di linguaggio che i cani capiscono bene.

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COME CAPIRE IL CANE

Nel linguaggio del cane, le sue risposte possono filtrare attraverso semplici gesti che dobbiamo soltanto decifrare. Facciamo alcuni esempi. Il cane si lecca il naso: è rilassato e ascolta con piacere. Lo sbadiglio è un indicatore di riconciliazione, dopo che avete avuto un litigio e avete fatto qualche rimprovero all’animale. Anche la bocca aperta è un segno di distensione, mentre se il cane mostra i denti in primo piano, è un gesto di aggressività. Le orecchie dritte e puntate in avanti indicano un alto livello di autostima; al contrario, se sono abbassate all’indietro, il cane esprime una completa sottomissione. Qui trovate la spiegazione e il significato, con le relative immagini, dei più frequenti gesti dei cani. Quelli con i quali comunica.

COME COMUNICA IL CANE

Per capire davvero il cane, dobbiamo imparare a interpretare la sua comunicazione. Non è difficile. Il cane comunica fondamentalmente attraverso alcuni suoni, la vista, dei rumori e l’olfatto. Gran parte delle comunicazioni avvengono attraverso la posizione del corpo. Se il corpo è disteso, non tirato, il cane comunica la sua tranquillità. Se è piegato in avanti, con la coda che scodinzola, il cane ci sta invitando a giocare. Se è steso, con le gambe aperte e le zampe raccolte sul corpo, il cane ci chiede carezze e in cambio concede la sua totale sottomissione. Se il corpo è rigido, disteso in avanti, con la coda dritta, e magari con la bocca che ringhia, il cane è in una fase di aggressività. Non solo auto-difensiva. Quanto all’olfatto, molto importante per gli animali, il cane per esempio lascia segnali con la propria orina: un segno epr delimitare il suo territorio. Abbaiare può avere diversi significati, dall’allarme al fastidio oppure a un semplice modo di richiamare l’attenzione del suo padrone. Ringhiare, invece, è il linguaggio dell’ostilità, contro l’uomo, contro un altro cane, o rispetto a un altro animale.

IL LINGUAGGIO DEL CANE

A parte la postura, il cane ha altri modi per comunicare. Se scodinzola è eccitato ( e non sempre felice), se si inchina davanti a noi spesso lo fa per giocare, se si affianca si sente un nostro alleato. Poi c’è lo sguardo: verso un oggetto che desidera; oppure se allunga l’occhio in una certa direzione, vuol dire che vuole andare e uscire. Quanto al ringhio, fate attenzione perché può significare cose molto diverse. Per minaccia o durante il gioco: spetta a noi, in ogni circostanza, saperlo interpretare.

COME SALUTARE UN CANE

Il saluto è il primo gradino della nostra conversazione con il cane. Esattamente come avviene tra gli uomini: se sbagliamo l’approccio, con un saluto sbagliato, la strada sarà tutta in salita. Ma come si saluta un cane? Con tre mosse fondamentali. Avvicinandoci a lui con calma, senza fretta, senza eccessi euforici che potrebbero solo spaventarlo o confonderlo. Seconda mossa: non guardarlo fisso negli occhi, ma abbassare lo sguardo e attendere che sia lui, guardandoci, ad avvicinarsi. Lo sguardo diretto potrebbe provocare paura e distacco. Terzo consiglio: mai stare di fronte al cane, meglio di lato. Così sarà più facile che lui si avvicini e, a quel punto, potrete iniziare con le vostre carezze.

CHE FARE PER NON FAR ABBAIARE IL CANE?

Anche abbaiare è un modo di comunicare del cane. Ma può essere molto fastidioso o del tutto inutile. Come fare per farlo smettere? Innanzitutto partite dalla causa (per esempio potrebbe sentire o incontrare un altro cane), e cercate di rimuoverla. Poi distraetelo con un oggetto rumoroso. E in ogni caso, non urlate e non alzate troppo la voce: basta ripetere più volte, e con fermezza, una sola, magica parola. Silenzio. Quando smette di abbaiare, premiatelo.

COME SI FA A NON FARE ULULARE IL CANE?

Un altro tassello molto usato nel dizionario del cane è l’ululato. Disturba, specie di notte. Per farlo smettere, dovete portare il cane nella sua cuccia, rassicurarlo, e magari premiarlo con del cibo in modica quantità. Se continua, allontanatevi gradualmente da lui, fino a quando non sarà abituato a non vedervi e smetterà di ululare. Tenete presente che l’ululato del cane potrebbe anche significare un desiderio di movimento, di aria aperta. A quel punto portatelo fuori casa per una passeggiata.

QUANDO IL CANE SI SENTE MALTRATTATO

Nel linguaggio tra il cane e il padrone esiste anche la possibilità che l’animale riconosca un torto subito. E per questo esprima il suo disappunto e la sua frustrazione. Finora si pensava che il cane, per compiacere sempre il padrone, riuscisse a mascherare la sensazione di essere stato maltrattato, anche solo dalle parole dette in modo sbagliato. E invece, secondo i risultati di una ricerca realizzata da un team di studiosi della University of Veterinary Medicine di Vienna, i cani sanno ben distinguere il giusto all’ingiusto, persino prima di essere addomesticati. E sono in grado di esprimere il loro disappunto di fronte all’ingiustizia subita.

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