Pecore e caprette per pulire e concimare parchi. Perché tanta ironia? È un’ottima idea (foto)

Coldiretti, solo per Roma, mette a disposizione 50mila pecore. I pastori già ci sono. E solo Roma ha 43mila ettari di verde da curare. Pratesi (WWF): «Bisogna andare avanti».

pecore per tagliare l'erba

PECORE PER TAGLIARE L’ERBA

Qualcuno l’ha presa con ironia, altri ne hanno approfittato per scatenare sul web la solita polemica politica gratuita. E invece la decisione dell’amministrazione comunale di Roma di utilizzare pecore e caprette per tagliare e concimare i prati dei parchi e delle ville storiche di Roma va presa molto sul serio. Se non altro per il fatto che si tratta di un metodo già collaudato in un’altra capitale, Berlino, e in tante cittadine inglesi, come Cambridge.

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PECORE COME TOSAERBA PER I PARCHI DI ROMA

Partiamo da un fatto: Roma ha circa 43mila ettari di verde, la superficie più estesa d’Europa. Nessuno può fare miracoli, e per curarli non esistono i mezzi a disposizione del comune. Dunque, serve la collaborazione dei cittadini, con l’adozione di spazi verdi, e qualche idea originale a basso costo, come questa dell’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, a proposito di pecore e caprette.

In secondo luogo, si tratta di animali che farebbero pulizia e manutenzione secondo un ciclo naturale (quindi anche concimando il terreno) e attraverso l’eliminazione dei diserbanti chimici e pesticidi. E questo è un altro vantaggio, da non sottovalutare in una città così inquinata dal traffico e dallo smog.

PECORE E CAPRETTE PER TAGLIARE L’ERBA NEI PARCHI DI ROMA

Ironizzando, c’è chi chiede: e dove si trovano le pecore? Ci sono già, per esempio 100 esemplari presso il parco dell’Appia antica e la Coldiretti ha annunciato di essere pronta a mettere a disposizione del comune di Roma 50mila pecore tosaerba. Potrebbero bastare, no?

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ALLEVAMENTI PECORE NEI PARCHI DI ROMA

Poi servono i pastori. E anche questi ci sono, e già lavorano presso aziende agricole gestite dal comune. Tra l’altro la pastorizia è un’attività di gran moda e si potrebbe fare qualche accordo con associazioni di volontari per coinvolgerle nel progetto. Ricordiamo che il latte di pecora è prezioso, ed è il primo ingrediente naturale del pecorino romano. Se le pecore mangiano bene, e in modo naturale, il latte non può che averne benefici. Il comune potrebbe perfino fare dei piccoli allevamenti di pecore e caprette all’interno dei parchi delle ville storiche che fanno parte del suo patrimonio. Immaginate come sarebbe bello vedere questi spazi popolati da pascoli di ovini.

Tirando le somme, noi siamo perfettamente d’accordo con Fulco Pratesi, storico fondatore del Wwf italiano, che sulla scelta dell’amministrazione romana ha detto: «È una proposta ottima e va solo realizzata».

PECORE E PASTORI SONO IL FUTURO:

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