Laureati e con il posto fisso, si licenziano per coltivare lo zafferano nel Monferrato

Paolo e Micaela sono rispettivamente laureati in Architettura ed Economia e avevano entrambi un lavoro di prestigio. Ma sette anni fa hanno deciso di dedicarsi alla terra ridando vita a una coltura storica della zona

LAUREATI COLTIVATORI

LAUREATI CHE SCELGONO L’AGRICOLTURA –

Voi lascereste mai un posto da direttrice di banca o quello di architetto in uno studio prestigioso per andare a coltivare lo zafferano? Paolo e Michela lo hanno fatto e a qualche anno di distanza sono convinti sia stata la scelta giusta. “Abbiamo deciso di cambiare vita, lasciando i nostri precedenti lavori per costruire insieme questa nuova azienda” si legge sul sito web il filo rosso che racconta la loro “creatura”: L’azienda agricola Corda Paolo.

LEGGI ANCHE: Giovani agricoltori: per Coldiretti +12% in un anno e gli occupati crescono del 6,2%

LAUREATI AGRICOLTORI –

Questa azienda agricola nasce nelle stupende colline del Monferrato astigiano, dove Paolo Corda e Micaela Soldano, rispettivamente 31 e 35 anni, hanno deciso di far rivivere l’antica coltura dello zafferano. “Da antichi trattati storici del XV secolo – si legge su il filo rosso -abbiamo scoperto che le nostre terre erano uno dei punti di riferimento per la coltivazione dello zafferano, ed è da questi testi che è partita la nostra avventura”. Così i due giovani, ormai sette anni fa, hanno lasciato il lavoro da architetto e direttore di banca per l’agricoltura. Oggi gestiscono i loro campi con un metodo non strettamente biologico ne biodinamico ma che definiscono del “buon senso”. Non utilizzano prodotti chimici, diserbanti né trattamenti preventivi e svolgono ogni fase del processo a mano, senza l’aiuto di mezzi meccanici. Tutte queste attenzioni hanno come risultato una produzione limitata e non intensiva, nel segno della qualità ma che ha permesso a Paolo e Micaela una stabilizzazione economica sin dal secondo anno di attività. Oltre allo zafferano, l’azienda produce anche confetture di fragole, lampone, mirtilli e more.

Le foto sono tratte dal profilo Instagram Il filo rosso

LAUREATI COLTIVATORI –

Quando hanno fatto questo salto nel vuoto i due giovani erano neo laureati di “successo”, che avevano trovato un’occupazione soddisfacente. Micaele ha cominciato a lavorare giovanissima passando dal ramo assicurativo a quello bancario, partendo dal basso fino ad arrivare a fare il direttore di banca. Mentre portava avanti la sua carriera lavorativa ha concluso gli studi con una laurea di Economia e direzione delle imprese. Paolo, invece, si è laureato a pieni voti in Architettura e per alcuni anni ha lavorato in uno studio che si occupava di fonti rinnovabili e bioedilizia, oltre ad essere assistente di Facoltà di un docente. “Essere agricoltori non significa fare un lavoro svilente: siamo istruiti, imprenditori, siamo al passo con la società” ha dichiarato Micaela in una recente intervista al Fatto Quotidiano. Come Paolo e Micaela sono sempre di più i giovani che scelgono di tornare alla terra. Anche perché, se entrare all’interno di uffici e studi è sempre più difficile, di campi da coltivare non mancano soprattutto per chi, dopo un percorso universitario, ha voglia di re inventarsi e di re inventare il mestiere più tradizionale che c’è.

La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook Il filo rosso

PER APPROFONDIRE: Piccoli agricoltori: in Inghilterra si mettono insieme per sfidare i grandi gruppi

Torna in alto