Rileggere un libro: ogni volta un piacere nuovo

Rileggere un libro non è uno spreco di tempo. I romanzi classici si prestano molto bene a ritrovare vecchie emozioni e scoprirne di nuove. Ogni lettore attento è per sua natura un rilettore

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Quante volte avete riletto lo stesso libro? E come è cambiata la percezione che ne avete avuto? Molte persone, sbagliando, fanno l’errore di escludere questa possibilità, e vogliono sempre testi nuovi, non hanno interesse per la rilettura che considerano tempo sprecato.

RILEGGERE UN LIBRO

E invece lo spreco è l’opposto, ovvero rinunciare a priori al piacere più sottile, più profondo, e quindi pieno di potenziali sorprese, di una nuova lettura di un libro. Come di una nuova visione dello stesso film che abbiamo guardato in un altro periodo della nostra vita.

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IL PIACERE DI RILEGGERE UN LIBRO

Sempre partendo dal presupposto che la lettura è un piacere, escludendo ovviamente quella per studio o per lavoro, la rilettura è un doppio piacere. Andando avanti nel testo, infatti, vedrete che riaffiorano le emozioni della prima volta, alle quali però si sommano nuove curiosità, nuovi interessi. E nuovi piaceri. Si rivivono momenti e profumi del passato e se ne aggiungo altri, nel presente.

La rilettura si presta molto bene all’eternità dei classici. Se prendete gli autori del Grande Romanzo ottocentesco, e avete solo l’imbarazzo della scelta, dai francesi ai russi, dai vittoriani ai tedeschi, scoprirete che leggere Balzac o Tolstoj non stanca mai. Semmai, a età differenti corrispondo anche scoperte differenti: pagine che avevate quasi ignorato, diventano decisive. Personaggi che consideravate secondari, prendono il centro della scena.

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C’è perfino una terapia delle rilettura dei classici. Quando ci sente tristi, o di cattivo umore, riprendere tra le mani un classico, immergersi di nuovo nelle sue atmosfere e in quella sfera di piaceri che ci ha donato in passato, aiuta a migliorare il nostro stato d’animo. Il libro classico è una garanzia e come tale non ha alcuna scadenza, ma si rinnova ogni volta che lo leggiamo o rileggiamo.

RILEGGERE LIBRI GIÀ LETTI

Il doppio piacere della rilettura si applica non solo alla narrativa a cavallo tra Ottocento e Novecento, ma può riguardare qualsiasi libro che ha lasciato un segno. O è passato indifferente nella prima lettura. E ogni lettore di libri, attento e neanche troppo compulsivo, è per sua natura un rilettore. Sa bene che esiste una prima volta, talvolta anche con le sue fatiche, e possono esistere tante altre volte, con le quali la nostra curiosità ci consente di spaziare a tutto campo nell’universo dello scrittore.

Dunque rileggere è ritrovarsi. Con il libro, con il suo autore, con le nostre emozioni. Ma è anche scoprire ex novo, magari un dettaglio che ci era sfuggito o avevamo trascurato. E le scoperte, quando si tratta di libri e dell’accompagnamento che ci fanno durante la vita, hanno tutte un capolinea: il piacere più totale.

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