In Uruguay computer e biciclette per i cittadini che consegnano le armi

Obiettivo principale della campagna: favorire il disarmo della popolazione in un Paese in cui, si stima che possiede un’arma un cittadino su tre e solo la metà delle armi risulta regolarmente registrata.

Iniziativa contro le armi: in Uruguay la campagna "Armas para la vida" per il disarmo della popolazione

INIZIATIVA CONTRO LE ARMI IN URUGUAY – Disarmare la popolazione fornendo a chiunque scelga di consegnare l’arma o le armi possedute, una bicicletta o un computer portatile: oggi vogliamo tornare a parlarvi di questa importante iniziativa che vi avevamo già raccontato qualche mese fa, la campagna “Armas para la vida” portata avanti in Uruguay dal presidente José Mujica e dal Ministero dell’Interno.

LEGGI ANCHE: Stop alle armi in America, la svolta di Obama deve fare i conti con la lobby dei fucili

L’INIZIATIVA “ARMAS PARA LA VIDA” PER FAVORIRE DISARMO POPOLAZIONE IN URUGUAY – Obiettivo principale: favorire il disarmo della popolazione in un Paese in cui, si stima che possiede un’arma un cittadino su tre e solo la metà delle armi risulta regolarmente registrata.

In pratica, chi sceglie di consegnare un’arma ne riceve subito in cambio un’altra per la vita, come evidenzia la campagna, un’arma di conoscenza, cultura e alfabetizzazione informatica quale può essere un computer o una bicicletta, un mezzo per muoversi in città, raggiungere il posto di lavoro e, allo stesso tempo, dedicare un po’ di tempo allo sport.

IN URUGUAY COMPUTER E BICICLETTE PER CHI CONSEGNA UN’ARMA – Una sorta di baratto che, una volta conclusa l’iniziativa, vedrà l’entrata  in vigore di una legge che prevede una pena da 1 a 12 anni per chi possiede un’arma illegalmente.

Un’iniziativa importante per sensibilizzare i cittadini alla non violenza e per contrastare il numero di feriti e decessi causati da armi da fuoco, un problema in aumento in Uruguay.

(Nell’immagine di copertina il presidente Jose Mujica. Fonte: La Presse)

PER APPROFONDIRE: Gas e petrolio, vi racconto la guerra mondiale dell’energia

Torna in alto