La tecnologia italiana supporta la rivoluzione energetica in Brasile. Grazie a una serie di interventi infrastrutturali razionali e lungimiranti, posti in essere da aziende della penisola, la nostra ambasciata a Brasilia è oggi il complesso più imponente del Paese sudamericano ad aver scelto la strada della sostenibilità. Un caso emblematico che è diventato un modello nazionale.
Nell’ambito della strategia ambientale del Ministero degli Affari Esteri italiano denominata “Farnesina Verde”, che mira a ottimizzare i costi energetici delle nostre sedi diplomatiche, l’ambasciata brasiliana ha ideato il progetto “Ambasciata verde”. A partire dal 2010 è stata realizzata una serie di interventi mirati a produrre energia pulita. L’iniziativa ha portato risultati immediati: già nel 2011 l’adozione di un sistema fotovoltaico ha permesso di ridurre i consumi del 17% rispetto all’anno precedente, quantificabile in un risparmio in bolletta di 7mila euro di soldi pubblici.
LEGGI ANCHE: Risparmio energetico a scuola, la scommessa del comune di Verona
In linea con questo approccio si sono successivamente installati un impianto di depurazione delle acque reflue e uno di micro-generazione eolica. Ma soprattutto è stato progettato un sistema che da marzo 2013 consente di monitorare con esattezza le performance derivanti dalle innovazioni introdotte. Tale controllo in tempo reale è stato reso possibile dall’utilizzo della tecnologia degli smart meter, e permette di misurare come, quanto e dove si può risparmiare nella bolletta energetica. Una premessa fondamentale per apportare ulteriori migliorie e valutarne immediatamente gli effetti. Un meccanismo di perfezionamento continuo col quale si potrà rendere quello dell’ambasciata italiana a Brasilia un modello replicabile ed adattabile ad altri edifici trasformandolo in un riferimento nel campo dell’efficienza energetica. Di fatto l’ambasciata americana ha già creato un apposito ufficio per studiare come riprodurre anche questo sistema di razionalizzazione e monitoraggio dei consumi.
A presentare tale progetto allo Smart Energy Expo di Verona sono stati Roberto Spandre, addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Brasile, e Claudio Carnevale, presidente di Acotel Group, la società che ha fornito gli smart meter. «La creazione di questo sistema virtuoso non sarebbe stata possibile senza il contributo delle altre imprese italiane coinvolte – ha sottolineato Spandre – e spero che le aziende del nostro Paese continuino ad investire in modelli simili».
APPROFONDISCI: Piscine risparmio energetico, a Roma doppio esempio di efficienza
Carnevale è andato invece oltre e ha delineato possibili scenari futuri all’insegna dell’eliminazione degli sprechi: «Quello che noi abbiamo fatto a Brasilia può essere applicato anche a casa di una normale famiglia o nella piccola-media impresa. Se vogliamo fare davvero una rivoluzione del risparmio energetico deve partire dal basso. Ad esempio, se nel 1996 i telefoni cellulari erano pochi e oggi chiunque li può comprare è solo per un fatto di costi. E se noi abbiamo un sistema di monitoraggio energetico a costi accessibili per tutti, a quel punto potremo fare la stessa rivoluzione avvenuta nell’ambito della telefonia cellulare».