Risparmiare in cucina: dalla spesa al menù

RISPARMIARE IN CUCINA –

Un terzo della produzione alimentare mondiale, e cioè 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti che ogni anno finiscono nella spazzatura. Una quantità enorme di cui, secondo la Fondazione Barilla Center fo Food and Nutrition, anche solo un quarto servirebbe per nutrire quasi 800 milioni di persone che oggi soffrono la fame. E l’Italia non è esclusa da questo scenario: nel nostro Paesesi sprechiamo il 35% dei prodotti freschi (come latticini, carne e pesce), il 19% del pane e il 16% di frutta e verdura.

PER NON SPRECARE: 10 consigli da applicare tutti i giorni

SPRECO ALIMENTARE NEL MONDO –

La geografia dello spreco alimentare tratteggia situazioni molto diverse: ogni consumatore europeo e nordamericano butta via in media tra i 95 e i 115 kg di cibo all’anno, mentre quelli di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne sprecano circa 6-11 kg all’anno. E anche il momento in cui avviene la perdita è differente: nei paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, nei paesi sviluppati, invece, oltre il 40% avviene nelle fasi di vendita al dettaglio e di consumo finale.
A finire nell’immondizia sono soprattutto la frutta e la verdura, più radici e tuberi (40-50%) secondo le stime Fao. Un altro 30% è costituito da cereali e un altro 30% da pesce, mentre il 20% è composto da semi oleosi, carni e prodotti lattiero-caseari.

RICICLO AI FORNELLI: Cucina degli avanzi, tutte le ricette

COME EVITARE LO SPRECO DI CIBO –

A fronte di questa sequela di numeri inquietanti, c’è un dato positivo. La crisi economica che ci sta flagellando, se osservata nel modo giusto, può anche essere considerata come un’occasione di crescita della consapevolezza. “L’autarchia torna in tavola”, come sintetizzato dalla Coldiretti, secondo la quale a fronte di un taglio della spesa per 1,1 miliardi dei prodotti confezionati si registra un boom negli acquisti degli ingredienti base come farina, uova, zucchero e burro, cifre mai registrate da prima nel dopoguerra. L’aumento è dell’8% per la farina, del 6% per le uova e del 4% per il burro, contro un calo dell’1,5% degli alimentari registrato nella grande distribuzione. “Il ricorso al fai da te – sottolinea la Coldiretti – è certamente il frutto dell’esigenza di risparmiare per la riduzione del potere di acquisto ma anche della ricerca di una migliore qualità dell’alimentazione”. Preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt o le confetture e i dolci, oltre a risparmiare garantisce la qualità degli ingredienti utilizzati. Secondo un’indagine Coldiretti/Swg un italiano su tre prepara più spesso rispetto al passato la pizza in casa, il 19% più frequentemente fa addirittura il pane, il 18% marmellate, sottoli o sottaceti, il 13% la pasta e l’11% i dolci.

DOVE BUTTARE GLI SCARTI: Come fare la raccolta differenziata

STILE DI VITA SOSTENIBILE –

Ad incidere c’è anche il nuovo modo di vivere il tempo libero degli italiani che rinunciano a cinema, teatro e altri svaghi per stare più a casa dove si riscoprono vecchi e nuovi hobby come l’orto o la cucina e si invitano parenti e amici a pranzo o cena piuttosto che andare al ristorante. Gli italiani hanno trascorso ai fornelli in media 56 minuti al giorno nei giorni feriali che salgono ad oltre 69 minuti la domenica o nei giorni festivi, per un totale di oltre sette ore alla settimana. Ma c’è anche un italiano su quattro che ha trascorso il tempo nel giardino o nell’orto a coltivare in proprio di erbe aromatiche, fiori, ortaggi e frutta per sé o da donare agli amici mentre ben 21 milioni di italiani si sono recati nei mercati degli agricoltori di campagna amica per garantirsi alimenti genuini senza affrontare la fatica della zappa.

Torna in alto