Abbiategrasso: tutta la città contro l’Alzheimer

Un'intera comunità coinvolta per aiutare le persone colpite da questa terribile malattia. Dalle scuole ai negozi

Iniziative per aiutare i malati Alzheimer

Un malato di demenza perde tutto ma non il sorriso. Un segno primordiale che non smette mai di riconoscere e che rappresenta il primo passepartout per chi vuole davvero essere utile a chi ne ha bisogno. Lo sanno bene ad Abbiategrasso, una città di 32mila abitanti poco lontana da Milano, dove tutti si danno da fare da un bel po’ di anni per aiutare chi è affetto da malattie come l’Alzheimer.

INIZIATIVE PER AIUTARE MALATI ALZHEIMER

Questo comune, infatti, è diventato una Dementia Friendly Community, cioè un posto dove tutti i cittadini sono coinvolti e imparano a rapportarsi alla persona malata per farla stare bene, nella sua comunità. E le iniziative per aiutare i malati di Alzheimer – tra cui molti corsi con degli specialisti – coinvolgono proprio tutti: dalla polizia municipale ai dipendenti della biblioteca e di tutti gli uffici pubblici, passando per gli assistenti sociali, i volontari ma anche all’interno delle scuole e nei negozi. Perché, come sa bene chi ha un parente malato di queste patologie, per mantenere almeno quel sorriso c’è da lavorare tanto.

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ABBIATEGRASSO ALZHEIMER

Si tratta di un progetto ambizioso che ha preso come modello una comunità inglese che prevede città di medie dimensioni dove si lavora insieme per raggiungere questo obiettivo. Ad Abbiategrasso sognano di riuscire a formare, entro il 2020, 3 milioni di persone. Il programma, infatti, verrà esteso ad altre città che hanno già chiesto di aderire al protocollo. Un’ottima soluzione ad un problema enorme come quello creato da questo tipo di malattie che indirettamente colpiscono milioni di persone, tra malati e le loro famiglie. Per questo, dicono gli organizzatori italiani, è fondamentale darsi una mano a vicenda in modo che questa montagna insormontabile solo all’apparenza faccia meno paura.

VOLONTARIATO ABBIATEGRASSO

Ad Abbiategrasso il progetto è nato nel lontano 2009, quando è stato effettuato lo screening su 1.321 residenti, nati tra il 1935 e il 1939. Per tener monitorata la loro salute sono state svolte visite neurologiche, indagini genetiche, test neuropsicologici. Seicento di loro hanno evidenziato problemi cognitivi, che andavano assolutamente affrontati, anche se con modalità diverse. Numeri impressionanti, anche perché la demenza non è solo la malattia dei vecchi, perché – di rado – si manifesta anche in soggetti più giovani, talvolta a 50 anni. Oltre i 65, colpisce una persona su venti. Oltre gli 80, una su sei. Un problema che si riflette anche sulle famiglie che molto spesso reagiscono erroneamente “chiudendo la porta di casa a chiave”. Una reclusione autoimposta che è totalmente controproducente e che questo programma vuole combattere. Perché la comunità può essere una medicina straordinaria.

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