Studenti falsi poveri, con la truffa un doppio spreco

Una truffa dai gravi effetti collaterali: gli sprechi che gli studenti imbroglioni, e in generale i finti poveri, provocano a danno di tanti coetanei e veri poveri

La notizia è ormai nota: in due casi su tre, la scoperta è stata fatta grazie all’ottimo lavoro della Finanza, gli studenti universitari di Roma fanno autocertificazioni false. Dichiarano un reddito molto basso, per ottenere la riduzione delle tasse e le borse di studio, ma intanto girano in Ferrari, vivono in ville con piscina o in appartamenti pariolini. Una truffa, insomma.

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A prescindere dalla gravità della storia e da quanto possa essere replicata, in tutta Italia, ci sono da considerare gli effetti collaterali. Gli sprechi che gli studenti imbroglioni, e in generale i finti poveri, provocano a danno di tanti coetanei e veri poveri, e in generale di tutta la comunità, più larga dei furbi, chiamata sempre Italia. Fa impressione, nei casi scovati dalla Finanza, che ci troviamo nel cuore del sistema universitario nazionale: la Sapienza, la più grande università d’Europa, Tor Vergata, eccellenza universitaria per rating nazionale e internazionale, e Roma Tre, università molto frequentata dagli studenti.

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Primo spreco: se diamo agevolazioni fiscali e borse di studio urbi et orbi, compresi i furbetti ricchi dell’università, sottraiamo le risorse che servono a quelli che si trovano in un reale stato di bisogno, e sono tanti in presenza di soldi pubblici che sono invece sempre pochi e insufficienti. Le stesse fasce per le quali, per fare un altro esempio, l’assistenza sanitaria gratis deve assolutamente restare un diritto e una conquista di civiltà.

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Secondo spreco: a forza di furbizie, incentiviamo i furbi, e anche i giovani entrano nell’ordine di idee che in fondo, in Italia, per cavarsela, studio e lavoro, bisogna sempre truccare le carte. E l’argomento, purtroppo, è molto diffuso al Nord, come innanzitutto al Sud. Dove il lavoro manca sul serio, e le opportunità per i giovani sono davvero ridotte al lumicino. E dove ancora tanti, troppi, ragazzi pensano di potersi arrangiare a spese di mamma e papà. Magari con qualche furbizia simile a quella dei coetanei romani.

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