“Per la marea nera 69 milioni”. Il “conto” degli Usa per Bp

Un “conto” da 69 milioni di dollari. La Casa Bianca annuncia la prima richiesta di risarcimento per i danni causati dalla marea nera ai contribuenti americani da parte della compagnia petrolifera British Petroleum. “Il governo federale – ha detto Robert Gibbs – inviera’ quello che i definirei un ‘conto’ per le spese finora sostenute”. La […]

Un “conto” da 69 milioni di dollari. La Casa Bianca annuncia la prima richiesta di risarcimento per i danni causati dalla marea nera ai contribuenti americani da parte della compagnia petrolifera British Petroleum. “Il governo federale – ha detto Robert Gibbs – inviera’ quello che i definirei un ‘conto’ per le spese finora sostenute”. La Bp avra’ tempo fino al primo luglio per pagare. E Obama, che tocca il minimo di consenso (46%) nei sondaggi, si e’ detto “furioso” per il disastro. In un’intervista al Larry King show della Cnn, il presidente ha dichiarato: “Sono furioso per l’intera situazione” ha detto Obama perche’ “qualcuno non ha pensato alle conseguenze delle loro azioni”. Obama, che domani andra’ in Louisiana, ha detto che la risposta di Bp e’ stata inadeguata.

E’ invece mistero sulle norme sulle trivellazioni. La Minerals Management service, l’agenzia federale responsabile di regolare le trivellazioni off-shore negli Stati Uniti, in un’email ha annunciato di aver bloccato la concessione di tutti i permessi di nuove trivellazioni di petrolio e gas nel golfo del Messico, indipendentemente dalla profondita’ delle acque in cui si entendono effettuare. Misura, piu’ aspra rispetto alla moratoria attualmente in vigore solo per le operazioni in acque profonde, che pero’ e’ stata smentita in serata in un comunicato ufficiale dell’Amministrazione.

La Bp cerca di correre ai ripari. La compagnia ha annunciato oggi che finanziera’ interamente con 360 milioni di dollari la costruzione di sei isole artificiali destinate a proteggere le coste della Louisiana dalla marea nera.

Sul fronte delle operazioni di chiusura della falle si registra un parziale successo. Dopo il primo fallimento, i tecnici sono riusciti ad effettuare il secondo taglio nel braccio mobile del pozzo petrolifero nel Golfo del Messico. Lo ha annunciato il comandante della Guardia costiera Thad Allen specificando che a differenza della sega a lama impiegata ieri, rimasta incastrata nel tubo, il taglio e’ stato effettuato con enormi cesoie idrauliche dai robot sottomarini. Allen ha chiarito la cesura non e’ netta ma irregolare e cio’ potrebbe creare dei problemi nell’installazione del tappo sopra la falla. Il tappo rappresenta comunque una palliativo in attesa della soluzione definitiva: la trivellazione di due pozzi per intercettare il greggio direttamente dal giacimento, pronti per meta’ agosto. “I lavori stanno seguendo i tempi previsti”, ha detto Allen, “ma non potremo dichiarare vittoria fino a quando i due pozzi non saranno connessi”. Bp da’ all’operazione una connotazione molto piu’ netta: “Le prossime 12-24 ore saranno cruciali per avere una indicazione della riuscita del tentativo – ha detto l’amministratore delegato di Bp Tony Hayward riferendo del nuovo sistema per arginare la perdita di petrolio. Hayward ha definito l’operazione di oggi “una importante pietra miliare”. Se tutto va bene, il sistema sara’ “completamente sigillato entro la fine del mese”, ha detto l’amministratore delegato, precisando che gli azionisti di Bp devono sentirsti rassicurati. Il colosso petrolifero ha subito considerevoli perdite in Borsa da quando e’ cominciato il disastro ambientale.

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