E se la Francia uscisse dal nucleare entro il 2040?

Uscire dal nucleare entro il 2040? Per il Governo francese potrebbe non essere soltanto un pallido slogan lanciato agli organi di informazione per alleggerire un clima che si è notevolmente appesantito dopo il recente disastro in Giappone e la scelta di molti paesi di rinunciare all’energia dell’atomo. Venerdì scorso infatti, il ministro dell’Energia, Eric Besson, […]

Uscire dal nucleare entro il 2040? Per il Governo francese potrebbe non essere soltanto un pallido slogan lanciato agli organi di informazione per alleggerire un clima che si è notevolmente appesantito dopo il recente disastro in Giappone e la scelta di molti paesi di rinunciare all’energia dell’atomo. Venerdì scorso infatti, il ministro dell’Energia, Eric Besson, ha annunciato – nel corso di di un’intervista al canale francese Europe 1 – l’inizio di una “consultazione programmatica“ nel campo dell’approvvigionamento energetico dal titolo “Energies 2050“, che esplorerà tutti gli scenari possibili di domanda e di produzione di energia nazionale all’orizzonte del 2040-2050, compresa l’uscita dal nucleare.
“Questo studio programmatico” – ha dichiarato Besson – “verrà lanciato a partire da oggi con l’aiuto di un certo numero di personalità scientifiche indipendenti che potranno garantire la più completa imparzialità dei risultati raggiunti”.
“Verranno considerati tutti gli scenari possibili, incluso lo scenario di uscita dal nucleare” – ha poi concluso Besson.

Con l’atomo però, secondo le dichiarazioni del Ministro, la Francia dovrebbe comunque soddisfare nei prossimi 20-30 anni il 60-70% del suo fabbisogno elettrico, allo scopo di accompagnare il progressivo sviluppo delle fonti rinnovabili.
La convinzione infatti è che il mantenimento di una base di approvvigionamento nucleare, completata da una conseguente crescita delle energie rinnovabili, assicurerà il mantenimento della competitività dei prezzi di produzione e consumo, l’indipendenza energetica e una riduzione costante delle emissioni di gas serra.

Aldilà degli intenti propositivi di Besson nel rivalutare maggiormente le FER che, tra l’altro, mettono in evidenza le difficoltà dell’Eliseo nel mantenere le sue posizioni nucleariste in ambito Europeo, rimane comunque il dubbio che la stima di riduzione del 60-70% sia stata molto contenuta, considerando anche che, allo stato attuale, la quota nucleare nella produzione di elettricità in Francia è di circa il 75%.

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