Biocarburanti, l’Europa rivedrà a luglio i sistemi di produzione

L’Europa si interroga ancora sul futuro energetico. Dopo aver chiesto attenzione sul picco del petrolio, invitando a non sottovalutarlo, cerca una possibile alternativa con i biocarburanti. La questione è complessa e impone una riflessione sia etica, sia economica a cui gli europei non possono sottrarsi. Nel rapporto della Nuffield Council on Bioetics, pubblicato qualche giorno […]

L’Europa si interroga ancora sul futuro energetico. Dopo aver chiesto attenzione sul picco del petrolio, invitando a non sottovalutarlo, cerca una possibile alternativa con i biocarburanti. La questione è complessa e impone una riflessione sia etica, sia economica a cui gli europei non possono sottrarsi.

Nel rapporto della Nuffield Council on Bioetics, pubblicato qualche giorno fa si evidenzia come produrre biocarburanti non faccia bene né al Pianeta. A muovere ancora accuse alla politica europea sui biocarburanti anche Action Aid e Royal Society for the Protection of Birds, che in un rapporto pubblicato un mese fa evidenziano la storia di una società italiana che intendeva acquisire 50mila ettari di bosco a Dakatcha in Kenya per produrre biodiesel da jatropha. Il progetto avrebbe sfrattato 20mila abitanti e avrebbe emesso tra le 2,5 e 6 volte in più di gas serra rispetto alla più tradizionale produzione di combustibili fossili. Secondo Chris Coxon di Action Aid, il biofuel ottenuto da jatropha sarebbe finito sul mercato europeo per soddisfare gli obiettivi imposti dall’Unione europea in merito all’obbligo per gli Stati membri di produrre il 10% dei carburanti bio entro il 2020.

Sotto accusa la Comunità europea che a fronte di obblighi richiesti ai Paesi membri non accerta correttamente le procedure di produzione sugli ILUC, Indirect, land use change, cambiamento indiretto della destinazione dei terreni, che prevede siano rispettati una serie di obblighi ambientali e etici.
Rileva, però Coxon che:

L’impatto sociale degli ILUC viene considerato raramente e spesso le procedure di monitoraggio sono eluse. Ci sono notevoli lacune nell’attuare i criteri di sostenibilità.

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