Il tam tam è partito nella Rete, sui siti più sensibili a questi argomenti, e poi si è allargato ai social. Nel pomeriggio di venerdì 16 novembre i ciclisti italiani scenderanno nelle strade, con le loro bici, per protestare contro l’ultimo delitto consumato contro un ciclista, una ragazza di appena 17 anni falciata da un Suv durante una gita con un gruppo di boy scout. Un Suv guidato da un automobilista ubriaco.
L’iniziativa ha il suo principale supporto nel sito www.salvaciclisti.it e ha già ricevuto migliaia di adesioni da Torino a Catania, da Bologna a Napoli, passando per Firenze e Roma. E’ un’occasione importante per costringere il governo, il Parlamento e le amministrazioni locali a prendere provvedimenti concreti a tutela dei ciclisti e della loro incolumità. In particolare le cose da fare sono tre, tutte già sui tavoli dei vari centri decisionali. Bisogna approvare una legge, sottoscritta dai parlamentari del centrodestra e del centrosinistra, per mettere in sicurezza le piste ciclabili in Italia. I centri abitati devono diventare tutti zone 30, dove la velocità consentita non sia superiore ai 30 chilometri all’ora. E, infine, le sanzioni per i colpevoli degli incidenti devono essere aumentate. Sono provvedimenti ragionevoli, attesi da tempo, che possono fermare l’assurda strage dei ciclisti.