Tecnologia, dittatura silenziosa.

L’INTEGRAZIONE tecnologica, tv, cellulare, computer, procede a passi sempre piu’ spediti e impone un continuo aggiornamento dei nostri modelli di comunicazione. E di informazione. Il professore Manuel Castells, della University of Southern California, ha appena pubblicato un libro nel quale descrive la dittatura silenziosa di telefonini e pc, che ormai hanno conquistato sul campo la […]

L’INTEGRAZIONE tecnologica, tv, cellulare, computer, procede a passi sempre piu’ spediti e impone un continuo aggiornamento dei nostri modelli di comunicazione. E di informazione. Il professore Manuel Castells, della University of Southern California, ha appena pubblicato un libro nel quale descrive la dittatura silenziosa di telefonini e pc, che ormai hanno conquistato sul campo la guida della comunicazione. I nostri figli si corteggiano attraverso i codici della rete, dalla posta elettronica al nuovo fenomeno di Facebook, che spesso riducono il linguaggio a una raffica di acronimi. I baci e le carezze viaggiano via sms: gli italiani ne scambiano oltre 30 miliardi l’anno. Quello che piu’ impressiona in questa dittatura silenziosa e’ l’enorme consumo di tempo che viene assorbito dall’uso sempre piu’ spinto delle tecnologie. Tempo speso, e tempo sprecato. In America, per esempio, la televisione (integrata con computer e cellulare) ha festeggiato il sorpasso sulla scuola: durante il ciclo dalle materne alle medie, gli alunni passano 15.000 ore davanti al video e 11.000 in classe. In Italia, un bambino su quattro, tra i 3 e i 10 anni, resta incollato per piu’ di quattro ore al giorno davanti al video, tra giochi elettronici e scambi di messaggi, foto, musiche. E’ chiaro che, spingendo sempre piu’ avanti le possibilita’ di comunicazione, la tecnologia nelle sue diverse versioni, assume forme e sembianze sempre piu’ dense. Baby-sitter in sostituzione dei genitori, agenzia educativa al posto della scuola, fonte di informazione a danno della carta stampata, strumento di contatti che ridimensionano i rapporti umani. Un’intera scala di valori e di riferimenti si ritrova cosi’ capovolta, e intere generazioni di teen-ager-multiasking, adolescenti abilissimi a svolgere contemporaneamente piu’ cose (navigare sul web, mandare un sms, rispondere a una mail) rischiano i disturbi tipici da iperattivita’. Lo spreco del tempo, e l’impoverimento del linguaggio, con l’avanzata delle tecnologie, non e’ facile da contenere. Specie se, con una ipocrita apologia del progresso, tutto si riduce ad arrendersi di fronte alla evoluzione dei tempi. Qualcuno, in famiglia, invece prova a resistere. Come capita a casa di Bill e Melinda Gates, dove l’uso del computer per i figli e’ stato contingentato a 45 minuti al giorno. Poi si spegne. Lo abbiamo fatto perche’ altrimenti nostra figlia rischiava di uscire dalla realta’ ha spiegato il padre-padrone della rete. E se lo dice lui, forse e’ il caso di rifletterci tutti molto attentamente.

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