Scorte, gli sprechi e i privilegi da eliminare

È tempo di spending review per il Viminale, che ha sempre goduto di una sorta di “zona franca” (compresa una busta di soldi in nero per il ministro degli Interni, poi eliminata) all’interno del sistema di controlli della spesa pubblica. Adesso sono nel mirino dei magistrati contabili e degli esperti tutta una serie di appalti, dove bisognerà capire la […]

È tempo di spending review per il Viminale, che ha sempre goduto di una sorta di “zona franca” (compresa una busta di soldi in nero per il ministro degli Interni, poi eliminata) all’interno del sistema di controlli della spesa pubblica. Adesso sono nel mirino dei magistrati contabili e degli esperti tutta una serie di appalti, dove bisognerà capire la linea di confine tra una guerra di potere e casi reali di sprechi e di corruzione. Più evidente, invece, lo spreco per alcune forniture, come migliaia di scarpe acquistate in Romania per le poliziotte e mai utilizzate perché le misure erano sbagliate.

Uno studio a parte è stato fatto, per poi essere tradotto in provvedimenti amministrativi, sull’uso (e l’abuso) delle scorte, anche queste al centro di diverse polemiche come nel caso della protezione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e di otto agenti al seguito, per i quali sono stati pagati conti pesanti in un albergo di Porto Ercole. Partiamo dalla dimensione del sistema: in Italia abbiamo 4mila auto impegnate 24 ore su 24 per i servizi di scorta, con 2.100 agenti dirottati in questo servizio e con un costo annuo superiore ai 250 milioni di euro.Premesso che è pura demagogia chiedere l’eliminazione secca delle scorte, senza cioè fare alcuna distinzione, anche per le continue minacce che arrivano dai focolai del terrorismo ancora non del tutto spenti, dai numeri indicati dal Viminale risulta evidente come in Italia ci siano troppe scorte. E anche mal gestite e organizzate.

Dunque un taglio è necessario, e deve riguardare innanzitutto personaggi che non ricoprono più incarichi a rischio ma continuano a beneficiare di un servizio di scorta a tempo pieno. Un servizio, ricordiamolo, che può comprendere fino all’impiego di tre auto blindate con tre agenti per ciascuna vettura. Per dirla in modo semplice e chiaro, in Italia abbiamo troppe “personalità” che pensano di continuare a vivere con gli status, compresa la protezione a vista, assicurati a chi ricopre incarichi con reali pericoli. Una seconda fonte di sprechi sta nel fatto che il servizio di scorta segue, tutto compreso, la personalità quando si sposta da una città all’altra e perfino da un paese all’altro. Così gli agenti volano e viaggiano con l’autorità scortata, dormono nel suo albergo, si spostano ovunque al suo seguito. Finalmente al Viminale avrebbero deciso di mettere fine a questo teatrino dello spreco da scorta, stabilendo una cosa semplice e chiara: la personalità scortata viene accompagnata fino a bordo dell’aereo o del treno, e poi viene presa in carico da altri agenti nel luogo di arrivo. Vengono così tagliati in modo netto tutti i rimborsi per i trasferimenti degli agenti della sicurezza al seguito della personalità che stanno proteggendo. L’unica domanda che resta, in attesa di vedere i fatti dopo il teorico piano di risparmi, è una semplice curiosità: ma a una cosa così ovvia non si poteva pensare prima?

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