Più piccola ma più forte. Meno unita ma più efficace. E’ questa la nuova famiglia italiana che viene fuori dall’analisi e dai dati di una ricerca del Censis dove si raccontano i cambiamenti radicali avvenuti negli ultimi dieci anni. Partendo dai dati, lo studio del Censis (intitolato “La famiglia italiana va in pezzi… ma non a pezzi”) ricorda come in Italia ormai un bambino su quattro nasce fuori dal matrimonio, con 274mila coppie non coniugate, con figli, in più rispetto al 2002. Quanto alle famiglie monogenitoriali sono cresciute, nello stesso periodo, di 345mila unità.
A fronte di questa metamorfosi strutturale, che archivia il vecchio modello di famiglia, si allarga una rete dal basso di aiuti fai-da-te alla famiglia, costruiti non più attraverso i pilastri dello Stato sociale ma con iniziative dell’universo del volontariato. Sono ormai 5mila le associazioni ufficiali che si occupano di dare sostegno e supporto alla famiglia, a 360 gradi, in tutti i settori. Si aiutano le mamme a risolvere il problema dell’affidamento dei figli durante l’orario di famiglia, a garantire ai bambini latte e generi di prima necessità, a fare la spesa a prezzi scontati, a studiare a casa con i figli, ad assistere a domicilio un parente stretto colpito dall’Alzheimer.
E’ una vera mobilitazione, non assistenziale, smarcata dallo Stato e qualche volta finanziata attarverso contributi e sottoscrizioni private. Come nel caso del piano sostenuto dalla società Procter & Gamble, quella che produce il detersivo Dash, e intitolato Idee per la mamma. Più di 400 progetti di sostegno alle famiglie da parte di singole associazioni sono stai presentati e di questi 15 hanno già ricevuto il finanziamento: una bella scommessa dello Stato sociale dal basso.