La tisana ai semi di finocchio è una miniera di sostanze anticancerogene

Ci volevano i nostri scienziati per liberare dalla dispensa i semi di finocchio – considerati da molti un semplice mezzo per ridurre i gonfiori alla pancia – e far avere loro il riconoscimento che si meritano. Una altrettanto semplice tisana con questi semi contiene infatti una moltitudine di sostanze anticancerogene e, questo, lo hanno dimostrato […]

Ci volevano i nostri scienziati per liberare dalla dispensa i semi di finocchio – considerati da molti un semplice mezzo per ridurre i gonfiori alla pancia – e far avere loro il riconoscimento che si meritano. Una altrettanto semplice tisana con questi semi contiene infatti una moltitudine di sostanze anticancerogene e, questo, lo hanno dimostrato i ricercatori italiani del Centro di Medicina Integrativa di Careggi (Firenze) al ECIM (European Congress of Integrative Medicine) appena conclusosi a Berlino.

«Questo è uno dei significativi contributi scientifici che il Centro di Medicina Integrativa di Careggi ha presentato al ECIM – spiega il dottor Fabio Firenzuoli – Abbiamo potuto documentare, con la letteratura disponibile e ricerche originali, che anche la banale tisana di semi di finocchio contiene numerose sostanze che in maniera sinergica possono aiutare nella lotta contro l’insorgenza di tumori. In particolare si tratta di polifenoli che inibiscono la cancerogenesi e favoriscono l’apoptosi, cioè la morte programmata delle cellule già degenerate».
Una scoperta importante che ha serbato alcune sorprese, tra cui quella che tra i polifenoli contenuti nel finocchio vi era l’EGCG, epigallocatechina-gallato, finora nota come principale agente anticancerogeno del tè verde. «Nessuno lo sapeva fin ora, neppure noi! – commenta Firenzuoli – Aver trovato nel finocchio queste sostanze è doppiamente importante per la loro diretta attività protettiva, ma anche perché bloccano le SULT, cioè le Sulfotransferasi, enzimi responsabili dell’attivazione tossica dell’estragolo, sostanza presente in piccole quantità nell’olio essenziale di finocchio e dello stesso basilico».

La ricerca, i cui risultati sono stati presentati a Berlino, è stata condotta in collaborazione con Matteo Floridia e Simone Cristoni (NewsService, Milano). «Sembra trattarsi di un vero e proprio  caso di sinergia naturale presente nel fitocomplesso del Finocchio – sottolinea Alfredo Vannacci, responsabile della ricerca del Centro e ricercatore presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze diretto dal Prof. Alessandro Mugelli – Senza considerare che lo stesso anetolo, principale componente dell’olio essenziale di finocchio, sperimentalmente ha già dimostrato una capacità di riduzione della diffusione metastatica e potrebbe meritare attenzione anche per eventuali studi clinici».

L’attività di ricerca del Centro di Medicina Integrativa di Careggi non si ferma tuttavia alle sole tisane: Alfredo Vannacci, insieme a Fabio Firenzuoli, Luigi Gori, Eugenia Gallo e Vittorio Mascherini hanno portato anche altri importanti contributi al Congresso di Berlino. In particolare, una ricerca che indaga la sicurezza dei prodotti a base di erbe tra i pazienti candidati a interventi chirurgici, e una sulla percezione del rischio dei prodotti naturali da parte di un gruppo consistente di erboristi, dimostrando come sia necessaria un’informazione corretta circa l’uso e i limiti di tali prodotti.

Il dottor Luigi Gori ha inoltre tenuto un’orazione sull’utilità delle manipolazioni vertebrali nei pazienti con dolore di schiena benigno ricorrente; sia in termini di riduzione del dolore stesso, dell’assunzione di FANS e del ricorso a esami diagnostici.
Il gruppo di ricerca di Careggi si propone nuovi e importanti traguardi in vista del Congresso ECIM 2012 che si terrà proprio a Firenze, con il sostegno della Regione Toscana e della stessa Università di Firenze.
Alla prossima, quindi.

Più informazioni: www.aou-careggi.toscana.itwww.medicinaintegrativa.it

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