I data center della PA sono troppi: 5 miliardi di euro sprecati

Ho letto un’analisi molto interessante della Scuola di management del Politecnico di Milano a proposito degli sprechi, nella pubblica amministrazione, con la gestione dei vari Data Center. Ognuno procede in ordine sparso, con una duplicazione di costi, di consumi energetici e di personale. A livello centrale si contano, infatti, oltre 1000 Data Center gestiti dalla […]

Ho letto un’analisi molto interessante della Scuola di management del Politecnico di Milano a proposito degli sprechi, nella pubblica amministrazione, con la gestione dei vari Data Center. Ognuno procede in ordine sparso, con una duplicazione di costi, di consumi energetici e di personale. A livello centrale si contano, infatti, oltre 1000 Data Center gestiti dalla pubblica amministrazione che diventano 27mila se si sommano quelli delle regioni, dei comuni, degli enti locali e delle strutture sanitarie. Le spese sono enormi. Nei Data Center dell’Italia sempre frazionata e mai sistema Paese lavorano 13mila persone, e il consumo di energia si traduce in anidride carbonica pari all’uso di 325mila automobili in un anno. Si può fare qualcosa per evitare questo spreco di denaro pubblico? Gli esperti del Politecnico, che ovviamente spingono per la fornitura dei loro servizi, indicano diverse soluzioni con un fascia di risparmi che va da 3,7 miliardi di euro a 5,6 miliardi di euro in cinque anni. Sono cifre importanti, che forse qualcuno al ministero della Funzione Pubblica dovrebbe studiare con attenzione. La spending review, per essere efficace, non può riguardare solo i tagli alle piante organiche, ma deve comprendere tutte le forniture di beni e di servizi. Specie quando appaiono così sprecone.

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