Elezioni: i costi aumentano. Per il voto di domenica 24 e lunedì 25 febbraio si spenderanno 389 milioni di euro, con un aumento della spesa dell’11 per cento rispetto alle ultime elezioni politiche del 2008. L’impennata è dovuta innanzitutto all’aumento dei seggi, che saranno 61.596, 371 in più rispetto al 2008, con un costo per ciascuna scuola attrezzata per le operazioni di voto di 6.315 euro (erano 5.578 cinque anni fa). Invariati, invece i rimborsi delle sei persone incaricate di presidiare i seggi: al presidente, al segretario ed ai quattro scrutatori andranno rispettivamente 175 e 145 euro. Le schede stampate costeranno 133 milioni di euro e questa cifra comprende sia le politiche sia le regionali laddove gli elettori sono chiamati alle urne.
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Un altro dato sorprende, esaminando l’intera macchina elettorale: l’aumento dei candidati. Tra Camera e Senato saranno più di 16mila, mentre nel 2008 non si superò la soglia dei 10mila. Eppure la politica non piace ai cittadini, è ai minimi livelli della sua popolarità e del suo gradimento. Perchè questa corsa alle candidature? La sensazione, purtroppo, è chiara: molti italiani, anche leggendo gli sprechi e le disponibilità di risorse nella vita pubblica, pensano che scendere in campo e partecipare alla vita politica significa svoltare. Come quando partecipi a un reality show in televisione.