Comuni contro il Conai: trucca i numeri per risparmiare tasse

L'Associazione dei Comuni Virtuosi, ricordando che il Conai è un consorzio che dovrebbe operare senza fini di lucro, chiede un "aumento considerevole dei corrispettivi che i comuni ricevono" e lancia una campagna per riscrivere l'accordo Anci-Conai

A proposito di quello che abbiamo raccontato sull’ipotesi di aumento delle imposte sul riciclo degli imballaggi, Gianluca Fioretti, sindaco di Monsano, in provincia di Ancona e presidente dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, ci segnala alcune novità, a partire dalla polemica in atto con il Conai.
All’orizzonte c’è il rinnovo, previsto entro la fine del 2013, della convenzione tra Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) e il Conai, il consorzio nazionale che rappresenta le imprese della filiera degli imballaggi. Questo tipo di rifiuti vale il 35-40 per cento, in termini di peso, dell’intera filiera dello smaltimento e il 55-60 per cento in volume.

Forte di un dossier dell’Esper (l’Ente per lo studio e la pianificazione dei rifiuti), l’Associazione dei comuni virtuosi punta i piedi e sostiene che i guadagni per il Conai sono troppo alti, mentre l’aliquota che finisce nella casse dei comuni, a caccia di risorse per finanziare i servizi sul territorio, è troppo bassa.

Il numero fondamentale è quello degli 831 milioni di ricavi per il sistema di recupero degli imballaggi, dei quali ai comuni sarebbe andato soltanto un terzo. Per il Conai, invece, i ricavi sono stati attorno ai 500 milioni, dei quali oltre 300 sarebbero andati ai comuni. Da qui l’accusa molto precisa e pesante dell’Associazione comuni virtuosi: il Conai ridimensiona i numeri dei ricavi per non aumentare la quota che spetta alle amministrazioni comunali.

A questo punto l’Associazione dei Comuni Virtuosi, ricordando che il Conai è un consorzio che dovrebbe operare senza fini di lucro, chiede un “aumento considerevole dei corrispettivi che i comuni ricevono” e lancia una campagna per riscrivere l’accordo Anci-Conai.

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