Complimenti a Rosario Crocetta: la scomparsa delle 9 province siciliane, che il presidente della regione aveva solennemente promesso, fa un significativo passo avanti. Non siamo ancora all’abolizione secca, Crocetta ha dovuto fare qualche compromesso con i deputati siciliani, ma la strada è tracciata. Con una legge regionale, infatti, le elezioni delle nove province siciliane, svolte nello scorso mese di maggio, sono state annullate, e le amministrazioni saranno intanto commissariate. Poi, entro il prossimo 31 dicembre, l’assemblea regionale dovrà approvare una nuova normativa per l’eliminazione definitiva delle province e la sostituzione con i liberi consorzi dei comuni, previsti dallo statuto sicialiano, con i rappresentanti dei sindaci interessati.
La riforma Crocetta vale, per il momento, un risparmio di 10 milioni di euro, il costo di giunte e consigli, che a regime diventeranno 50 milioni di euro. La pista tracciata dal presidente siciliano è molto importante per due motivi. Mentre ancora ieri il ministro Piero Giarda invocava l’eliminazione delle province su scala nazionale, con un taglio dei costi della politica superiore ai 500 milioni di euro, Crocetta passa dalle parole ai fatti. Il prossimo governo potrà prendere esempio dalla sua riforma. In secondo luogo, è significativo che una volta tanto una buona pratica in termini di lotta agli sprechi arrivi da una regione del Sud. Da quella Sicilia da sempre terra madre dello sperpero del denaro pubblico. Sta cambiando una tendenza?