La Camera approva i tagli al bilancio

Giornata difficile quella di Gianfranco Fini. Tutto per non aver ammesso l’ordine del giorno dei dipietristi per abolire il vitalizio dei parlamentari. Alla fine la Camera ha approvato il consuntivo del 2010 e il bilancio del 2011, con i tagli di 150 milioni in tre anni, ma dopo ore di botta e risposta fra il […]

Giornata difficile quella di Gianfranco Fini. Tutto per non aver ammesso l’ordine del giorno dei dipietristi per abolire il vitalizio dei parlamentari. Alla fine la Camera ha approvato il consuntivo del 2010 e il bilancio del 2011, con i tagli di 150 milioni in tre anni, ma dopo ore di botta e risposta fra il presidente dell’aula e l’Idv che voleva discutere sulla base del suo odg. "La non ammissione prescinde da qualsiasi giudizio di merito, che potrà essere valutato dalle forze politiche attraverso conseguenti iniziative legislative", aveva detto Fini durante la seduta. Ma la precisazione era servita solo ad accendere la miccia dello scontro con il capogruppo Idv, Massimo Donadi.

Fini ha spiegato di ritenere inammissibili gli ordini del giorno al bilancio che prefigurano interventi per bloccare i vitalizi acquisiti dai parlamentari, dunque retroattivi. Ed è questo il punto sul quale è nata la polemica. Per Fini sarebbero in contrasto con i principi generali dell’ordinamento. Infatti, ha ricordato, la Consulta stabilisce che non possono essere intaccati i diritti acquisiti. Per il resto, sono ammissibili solo gli odg diretti a promuovere una riforma della disciplina con efficacia per il futuro.

Inoltre, con particolare riferimento all’odg per l’abolizione dei vitalizi presentato dall’Idv, il presidente della Camera ha sottolineato che "sono da valutare ammissibili gli ordini del giorno che contengano nel dispositivo un invito a valutare o approfondire alcune questioni, senza dare indicazioni prescrittive o vincolanti". Pertanto Fini ha chiesto all’Idv di sostituire nel testo la formula "impegna" con quella "invita…".

"Ovviamente – ha puntualizzato Fini in conclusione – tutto ciò a prescindere da qualsiasi giudizio di merito, che potrà (e a mio avviso dovrà) essere valutato dalle forze politiche attraverso conseguenti iniziative legislative". Del resto, è solo con legge che si può ad esempio intervenire su una materia, come quella dell’indennità parlamentare, la cui disciplina è rimessa alla legge dalla Costituzione. 

Le spiegazioni di Fini non hanno però convinto Donadi. "Ha detto che un tale ordine del giorno non è ammissibile – ha accusato – perché, a suo dire, incostituzionale. Per noi è una scelta gravissima. Non chiedevamo l’azzeramento delle pensioni per i deputati – precisa – ma l’abolizione del vitalizio sostituendolo con un’erogazione da parte dell’Inps".

Alla fine passa l’ordine del giorno presentato dal Pd, accolto dal Collegio dei questori. Contiene 11 proposte per la razionalizzazione e la riduzione delle spese, fra le quali il superamento dei vitalizi ma dall’inizio della prossima legislatura e l’introduzione di un contributo di solidarietà per i vitalizi in corso. In serata la Camera ha approvato il conto consuntivo per l’anno 2010 con 474 voti a favore, 27 contrari e un astenuto. Via libera anche al bilancio interno per l’anno 2011 con 492 sì, 6 no (i radicali eletti nel pd) e un astenuto. Il documento prevede un risparmio per le casse dello stato di 150 milioni in tre anni.

L’Italia dei valori, con il deputato Antonio Borghesi, fa mettere a verbale di aver inteso votare contro il bilancio preventivo della Camera per il 2011 e a favore di quello consuntivo per il 2010. Dunque approvando quello del passato e opponendosi a quello per il futuro. Ma in realtà è successo il contrario. Con la sua dichiarazione Borghesi corregge un errore verificatosi in Aula: i deputati Idv hanno votato no al conto consuntivo e sì a quello preventivo, ma intendevano fare l’opposto.

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