Marea nera: “Al mondo non ci sono abbastanza soldi per pagare i danni”

Al mondo non ci sono abbastanza soldi per pagare tutte le richieste di risarcimento danni per la marea nera: l’amara considerazione arriva da Kenneth Feinberg, l’uomo incaricato dal presidente Usa, Barack Obama, di gestire il fondo da 20 miliardi di dollari creato dalla Bp. Proprio nelle ore in cui l’uragano Alex ha toccato terra -e’ […]

Al mondo non ci sono abbastanza soldi per pagare tutte le richieste di risarcimento danni per la marea nera: l’amara considerazione arriva da Kenneth Feinberg, l’uomo incaricato dal presidente Usa, Barack Obama, di gestire il fondo da 20 miliardi di dollari creato dalla Bp.

Proprio nelle ore in cui l’uragano Alex ha toccato terra -e’ lontano dall’epicentro del disastro, ma crea problemi ai lavori di ripulitura della zona dal greggio- il noto avvocato americano ha ricordato che Bp paghera’ fino all’ultimo centesimo ma ha avvertito che molti danni saranno difficili da qualificare. Parlando alla House of Representatives Committee on Small Business (la Camera dei rappresentanti delle Piccole Imprese) Feinberg ha detto: Faccio l’esempio di un ristorante di Boston che dice: “Non posso piu’ mettere i gamberi nel menu’ e i miei conti ne soffrono”. Nessuna legge riconosce questo danno.

Non solo: Feinberg ha detto che bisogna ancora capire come considerare i reclami indiretti, per esempio quello degli alberghi che perdono le prenotazioni perche’ le spiagge sono coperte di greggio; o dei propietari di case che vedono il valore dell’immobile crollare perche’ abitano a pochi metri da una spiaggia oleosa. Non c’e’ dubbio che il valore della proprieta’ e’ diminuito. E questo non vuol dire che ogni proprieta’ abbia diritto al risarcimento. E poi l’amara considerazione: Non c’e’ abbastanza denaro al mondo per pagare tutti coloro che vorrebbero soldi.

L’uragano Alex, il primo della stagione atlantica 2010, e’ approdato lontano dall’epicentro del disastro ma la mareggiata e le onde alte fino a 4 metri hanno comunque costretto a fermare le operazioni di scrematura. Attualmente sono due le navi cisterna che catturano l’olio pompato dalla falla (a un ritmo di 25mila barili al giorno nonostante le onde), ma il mare mosso ha ritardato il dispiegamento di una terza nave e una serie di operazioni collaterali (come il lancio di dispersanti chimici dall’alto).

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