Wwf lancia l’emergenza risorse “Ci vorranno due terre”

Consumiamo un pianeta e mezzo, cioe’ utilizziamo piu’ risorse di quelle che si rigenerano e colmiamo la differenza divorando il patrimonio naturale della Terra. Nel 2030, in assenza di una drastica correzione di rotta, arriveremo ad aver bisogno di due pianeti. Sono i dati contenuti nel Living Planet Report, il rapporto biennale realizzato dal Wwf […]

Consumiamo un pianeta e mezzo, cioe’ utilizziamo piu’ risorse di quelle che si rigenerano e colmiamo la differenza divorando il patrimonio naturale della Terra. Nel 2030, in assenza di una drastica correzione di rotta, arriveremo ad aver bisogno di due pianeti. Sono i dati contenuti nel Living Planet Report, il rapporto biennale realizzato dal Wwf in collaborazione con la Zoological Society di Londra e il Global Footprint Network. Il volume, frutto di un lavoro di due anni di ricerca, esamina la situazione non dal punto di vista ambientale ma anche economico. Ecco i punti principali.

BIODIVERSITA’. Nell’anno internazionale della biodiversita’, a pochi giorni dall’apertura della Conferenza di Nagoya che dovra’ decidere le nuove strategie per fermare il tasso di perdita della biodiversita’ al 2020, il quadro e’ preoccupante. L’obiettivo della Convenzione sulla Biodiversita’, proteggere il 10% di ogni regione ecologica, e’ stato raggiunto solamente nel 55% delle ecoregioni terrestri. Dal 1966 la pressione umana e’ raddoppiata, mentre lo stato di salute delle specie globali e’ diminuito del 30 per cento. Questo 30 per cento e’ una media tra il miglioramento nella zona temperata (piu’ 29 per cento rispetto al 1979) ottenuto grazie agli sforzi nel campo della conservazione e un declino che ai tropici arriva al 60 per cento.

L’IMPRONTA ECOLOGICA. Per vivere entro i limiti della capacita’ del pianeta senza compromettere le generazioni future bisognerebbe che ogni abitante del pianeta si accontentasse di 1,8 ettari per ottenere le risorse di cui ha bisogno e per smaltire i rifiuti. Non e’ cosi’. Se tutti adottassero lo stile di vita di un abitante medio degli Emirati Arabi ci vorrebbero 6 pianeti a disposizione, con lo stile di vita di Stati Uniti, Belgio e Danimarca ce ne vorrebbero 4,5, per Canada e Australia 4. Ma anche l’Italia – osserva il rapporto – non brilla per leggerezza: a ciascun italiano servono infatti ben 5 ettari globali per soddisfare il suo stile di vita, un valore equivalente alla capacita’ produttiva di 2,8 pianeti, che ci porta al 29 posto della classifica, subito dopo Germania, Svizzera e Francia, ma molto prima dei piu’ virtuosi Regno Unito, Giappone e Cina.

ECONOMIA. La crisi economica che stiamo vivendo s’intreccia con la minaccia di bancarotta ecologica. Sovrappopolazione, sprechi, disattenzione hanno portato a un saccheggio crescente delle materie prime e delle fonti energetiche che oggi hanno un andamento fortemente instabile dal punto di vista dei prezzi e disastroso dal punto di vista ambientale: la depurazione dell’acqua, la fertilita’ del suolo, la stabilita’ dell’atmosfera (e quindi del clima) sono servizi gratuiti che la natura offre e che la crescita umana senza controllo sta minando. “I paesi che mantengono alti livelli di dipendenza dalle risorse naturali stanno mettendo in pericolo le loro stesse economie – ricorda Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network – I paesi che riescono a garantire la migliore qualita’ di vita con la minore pressione sulla natura non solo aiuteranno gli interessi globali, ma saranno leader in un mondo dalle risorse sempre piu’ ristrette.”

LA DIRETTA. La presentazione del rapporto e’ avvenuta in diretta mondiale webcast con la partecipazione della giornalista di Al Jazeera Veronica Pedrosa. A Repubblica Tv 1, due esperti del Wwf (il direttore scientifico Gianfranco Bologna e la responsabile per la sostenibilita’ Eva Alessi) hanno risposto in diretta alle domande che hanno insistito molto sulle possibilita’ concrete di azione per superare sia la crisi ambientale che quella economica.

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