Vivere a San Fruttuoso Affitto: 30 euro al mese

Il sindaco di Camogli, Italo Mannucci, è entrato nella casa Rosa ed è rimasto senza fiato davanti alle finestre: «Un quadro. Di una bellezza sconvolgente. Uno si potrebbe sedere davanti a quelle persiane spalancate e stare lì, a vedere il mare e il cielo cambiare colore, perdere la cognizione del tempo e sentirsi in paradiso». […]

Il sindaco di Camogli, Italo Mannucci, è entrato nella casa Rosa ed è rimasto senza fiato davanti alle finestre: «Un quadro. Di una bellezza sconvolgente. Uno si potrebbe sedere davanti a quelle persiane spalancate e stare lì, a vedere il mare e il cielo cambiare colore, perdere la cognizione del tempo e sentirsi in paradiso». Un paradiso che potrebbe costare 30 euro al mese, tanto è l’affitto minimo per una casa popolare a San Fruttuoso, uno dei borghi più belli del mondo. Sono quasi terminati (l’assessore regionale Giovanni Boitano assicura: «pronti entro l’estate») gli undici appartamenti ricavati in tre case sul mare: la casa Rosa (così chiamata per il colore), quella dell’Arco e la casa del Mulino. Li ha ristrutturati Arte (ex Iacp) e dovranno essere assegnati con bando: appartamenti dai 40 ai 70 metri quadrati, con un affitto da 30 a 300 euro al mese a secondo del nucleo familiare e del reddito. Saranno venti – secondo una stima del sindaco – i fortunati che potranno godere di quelle finestre, di quel mare e anche del fascino di abitare fra mura antiche, in un borgo storico.

E da Camogli a San Fruttuoso tutti hanno le antenne ben dritte, parola d’ordine: attenti ai furbi. O, per usare le parole di Andrea Avegno, 31 anni, ormeggiatore e taxista del mare col suo gommone, attenti «ai barbatrucchi». La famiglia di Andrea è di quelle storicamente residenti a San Fruttuoso, la madre ci abita ancora, la nonna Emanuela Massone non si è mai mossa dalla casa dell’Arco, il nonno Giobatta era da tutti conosciuto come il Garibaldi. «Ho abitato molti anni con mia nonna – dice Andrea -: stare in un posto così isolato non era certo facile. Più di una volta abbiamo chiamato il battello di notte per portarla da un dottore. Chi vive a San Fruttuoso mette in conto queste cose».

Mezz’ora di battello, un quarto d’ora di gommone, oppure una lunga camminata attraverso i sentieri del monte di Portofino: così si raggiunge il borgo. Un pugno di case e l’abbazia del X secolo di proprietà del Fai, che oggi ospita un museo. Chi avrà ora diritto alla casa? «Io ci spero – dice Andrea – insieme con la mia fidanzata Chiara, anche lei originaria di San Fruttuoso. Abbiamo dovuto trasferirci a Camogli proprio per mancanza di alloggi ma adesso vorremmo tornare. E avere dei bambini». Requisiti richiesti per partecipare al bando, spiega l’assessore Boitano, la residenza nel borgo o a Camogli fino al 2010 e un reddito lordo entro i 30 mila euro annui secondo i parametri normalmente applicati per le assegnazioni di alloggi popolari. L’obiettivo, dicono assessore e sindaco, «è ripopolare San Fruttuoso che negli ultimi anni si era svuotata». Sulla carta sono una cinquantina i residenti ma in inverno ne rimangono solo cinque, i più anziani. Negli otto mesi in cui riaprono le attività commerciali, i ristoranti, si sale a venti persone. «Per chi lavora andare avanti e indietro ogni giorno per mare è pesante» dice Andrea. Ma se l’obiettivo è evitare che San Fruttuoso diventi un paese fantasma, sono adeguati i parametri indicati da Aster? «Rischiano di aver diritto solo persone molto anziane con pensioni minime» mugugnano a Camogli. La stesura del bando si preannuncia complessa.

E poi chi si aggiudicherà questo pezzetto di paradiso, ci abiterà veramente? «Non possiamo obbligare qualcuno a dormire a San Fruttuoso nè mandare uno sceriffo a controllare – continua Boitano -. Abbiamo costituito un comitato di sorveglianza per verificare che non ci siano abusi. Ma il controllo migliore verrà fatto da chi abiterà negli undici appartamenti: sono sicuro che in caso di irregolarità saranno i primi a segnalarle».

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