RAGAZZINI che affogano la solitudine nel branco, trasgressivi piu’ per sogno che per convinzione, disposti a rischiare grosso pur di cambiarsi la vita e sventare un futuro invisibile e carico d’ombre. Dopo il successo di Mia sorella e’ una foca monaca, in Sette piccoli sospetti (Fazi) Christian Frascella racconta tra noir e commedia le gesta di un gruppo di ragazzini dodicenni che, in un paesino della periferia metropolitana a meta’ degli anni Ottanta, per vincere la noia e l’incertezza del crescere, fanno banda in piazzetta. Pallida e’ la quotidianita’ in casa loro, quando non dolorosa. La scuola non accende passioni, in famiglia spesso i conti non tornano e la fatica e lo scontento rendono muti ciechi e sordi i genitori. O, nel raro caso in cui il benessere tiene almeno lontano il pensiero dei soldi, c’e’ il gelo dell’indifferenza a ibernare il cuore. E cosi’ Billo, Gorilla, Fostelli, Cecconi, Lani’ca, Ranacci Corda (chiamati con i cognomi come da registro di classe) si cimentano per organizzare una rapina alla banca locale. Spaventati ed eccitati dal pericolo, si sentono pronti ad affrontare la sfida e, soprattutto, sperano che il bottino sia il loro passaporto per diventare grandi e autosufficienti.
Il piano li coinvolge, stimola la naturale competitivita’, ma anche cementa la loro amicizia, allontanando le delusioni, lo sperdimento, l’indifferenza spaccona delle coetanee e le meschinita’ con cui sono costretti a convivere. I sette amici si preparano: comprano armi finte per corrispondenza, si giocano in una gara di maratona l’ingrato compito di sedurre la piu’ brutta ragazzina del paese, (“la Chiattona” la bollano, impietosi, i sette della banda), cameriera nel bar paterno, grassa e scarmigliata, ma che ha l’anima per leggere addirittura l’Emily Bronte di Cime Tempestose. Complottano mentre scorre la loro vita grama. Gorilla e’ taglieggiato dal fratello, criminale incallito con velleita’ da boss di mezza tacca, Lani’ca ha il padre malato di tumore e la speranza di diventare un pugile eroico, Billo gioca a calcio mentre consola la madre single per forza, Fostelli non sa piu’ se vuole andare in seminario e, a Cecconi, il futuro promette solo la sveglia all’alba per vendere verdura al mercato, come da sempre fanno i suoi genitori. Mentre Ranacci e’ deluso da un padre parolaio finto eroe, e Corda, unico privilegiato, vuole solo fuggire da una famiglia ipocrita e asfissiante. Ma ecco che, in paese, riappare il Messicano, figura mitica della criminalita’ di qualche tempo prima; una scheggia, una scarica di adrenalina dirompente e sconvolgente…
E’ un romanzo tenero, attraversato da feroci lampi di ironia Sette piccoli sospetti, una storia che evoca certi toni de I ragazzi della via Paal e li mischia con piu’ moderni ricordi pasoliniani, rivisitati in chiave fabulistica. Meno dissacrante di Mia sorella e’ una foca monaca, il nuovo libro di Christian Frascella e’ una ventata d’aria pulita senza buonismo, che avvolge e coinvolge. I turbamenti pericolosi dell’adolescenza priva di protezione e di modelli, il deserto di certe realta’; la violenza che si porta dietro la droga e che non risparmia neanche i piccoli costretti a vivere a fianco di chi ne fa spaccio, il rischio delle molestie mascherate da opportunita’, i primi approcci con la sessualita’ e i sentimenti, lo sforzo di guardare oltre il presente che non promette e che non piace. Ma anche la possibilita’ di andare avanti comunque. Un mondo ancora una volta (forse) salvato dai ragazzini?
Un romanzo duro e insieme quasi poetico il suo. E’ cosi’ difficile crescere?
“Lo e’ quando i riferimenti adulti non sono esattamente modelli da imitare. E’ difficile, perche’ se non hai modelli positivi passi attraverso esperienze che un buon consiglio maturo potrebbe aiutarti a evitare. Anche se non e’ detto che sbagliare sulla propria pelle sia pericoloso. Solo che non dovrebbe succedere sempre, dovresti avere una guida o comunque il bagaglio necessario a farti comprendere per bene le cose. Personalmente sono cresciuto allo stato brado. Famiglia numerosa, genitori obbligati a lavorare per mantenerci, tutto il giorno da soli in un paese alla periferia di Torino che non era mite quanto si poteva credere. Mi sono fatto male spesso. E non avevo altre guide che non fossero i miei fratelli, quindi inesperti alla vita come me. Nel romanzo, i sette ragazzini protagonisti progettano una rapina in banca nella speranza di arricchirsi e dare una svolta completa alle loro esistenze. Ma in realta’ hanno sogni piu’ puliti: vorrebbero diventare campioni dello sport, entrare in seminario, farsi strada con sistemi ordinari. Pero’ avvertono che per arrivare a qualcosa, devono cedere troppo ai grandi, e i grandi che li circondano fanno quasi tutti schifo, o sono disillusi, mancano di etica, mancano di coraggio. Da li’ la decisione di accelerare i tempi, di bypassare gli adulti e tentare maldestramente di arricchirsi. Proprio perche’ non hanno punti di riferimento, non credono di potercela fare affidandosi a chi dovrebbe educarli e indirizzarli.
In Mia sorella e’ una foca monaca c’erano numerosi cenni autobiografici. E in Sette piccoli sospetti?
“Il libro precedente era il risultato di una meditazione controversa sulla mia adolescenza. Il protagonista e io narrante mi somigliava, sia per estrazione sociale sia per i comportamenti di chiusura che aveva nei confronti del mondo adulto, ma in realta’ era solo un modo che lui ha e io avevo di difendermi. Alla mia timidezza cronica, sulla pagina ho tentato di contrapporre un atteggiamento sbruffone e temerario che non avevo, ma certo il personaggio alla fine non poteva che somigliarmi. E mi somigliano, ognuno a suo modo, tutti e sette i ragazzi del nuovo libro. Il primo romanzo, pero’, era costruito tutto sul narratore diciassettenne, le cose che accadevano come se non potesse controllarle. In questo secondo libro ho lavorato di piu’ sulla trama, sul concatenarsi degli eventi. Personaggi e storia hanno camminato a braccetto, anche se, come nel primo libro, alcune cose sono successe mentre scrivevo. Pero’ stavano all’interno di un progetto piu’ ampio: l’innocenza perduta del personaggio del primo romanzo si concretava nell’ultima pagina, qui ho voluto accadesse gia’ nella prima riga. ‘Cambiamo vita’ e’ la molla che li muove da subito. Hanno gia’ capito tutto fin dall’inizio. Anche troppo”.
In poche righe, come si scrive un libro?
“Scrivere un libro e’ mettere su carta un’idea che puo’ apparire buona per lavorarci attorno una storia. Idee non molto forti o semplicemente interessanti a volte non sono sufficienti: spesso mi sono ritrovato a cestinare aborti di romanzi le cui idee di partenza non erano riuscite a produrre una storia convincente abbastanza da intrigare me e il potenziale lettore. Mi ritrovavo a girare in tondo senza approdare a nulla. Poi a volte accade la magia: il plot giusto, il personaggio adatto anche al tuo momento personale, la voglia di partire e raccontare. Quando capisci che quella e’ la storia che volevi, sai che e’ cominciato il viaggio. E non pensi praticamente piu’ a nient’altro. Tranne al Toro, ovviamente”.
Christian Frascella
Sette piccoli sospetti
Fazi
345 euro, euro 17,50
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