Ville abusive nel patrimonio unesco

SIRACUSA – Ventidue villette residenziali realizzate in aree sottoposte a vincoli assoluti o parziali di inedificabilità, sono state sequestrate da militari della guardia di finanza della tenenza di Noto, paese che rientra nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Gli immobili costruiti abusivamente e sottoposti a sequestro occupano complessivamente oltre 4 mila metri quadrati: cinque […]

SIRACUSA – Ventidue villette residenziali realizzate in aree sottoposte a vincoli assoluti o parziali di inedificabilità, sono state sequestrate da militari della guardia di finanza della tenenza di Noto, paese che rientra nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Gli immobili costruiti abusivamente e sottoposti a sequestro occupano complessivamente oltre 4 mila metri quadrati: cinque sono stato localizzati nelle contrade Palma e Chiusa di Gallo, nel territorio del Comune di Avola, e le restanti 17 nelle contrade Laufi, Calabernardo e Pizzuta (Parco naturale dell’Eloro) nel territorio del Comune di Noto.

 

RITORNO AL BAROCCO – Quella conclusa in queste ultime ore rappresenta un’altra fase della più complessa operazione antiabusivismo «Ritorno al barocco» che nei mesi scorsi aveva già portato le fiamme gialle del comando provinciale di Siracusa a scoprire, nella zona sud della provincia, altri insediamenti edilizia abusivi tra i quali un intero complesso turistico alberghiero, con un’estensione di oltre 13 mila metri quadrati realizzato in contrada Calabernardo, tra Avola e Noto, realizzato in difformità rispetto alla concessione edilizia rilasciata dal Comune di Noto. Circostanza questa che portò a contestare agli indagati anche l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato per indebite percezioni di erogazioni pubbliche e pure all’arresto di una persona.

DISTRUTTO UN IPOGEO FUNERARIO – Nell’ambito della stessa indagine gli investigatori hanno riscontrato, inoltre, che alcuni indagati non avrebbero esitato a distruggere totalmente, con degli sbancamenti, un ipogeo funerariorisalente all’età tardo antica (IV e VI secolo d.C.), così come datato dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Siracusa. Il monumento era costituito da due gallerie di cui ben si conservavano le pareti scavate nella roccia. Tuttavia, gli indagati – sostengono dalla guardia di finanza – pensando che la presenza del bene archeologico avrebbe potuto precludere loro la possibilità di realizzare il loro progetto, avrebbero distrutto il monumento, asportando interamente gli strati di interesse storico, causando in questo modo anche con grave danno al patrimonio archeologico. Complessivamente, tra committenti, tecnici e direttori dei lavori e titolari delle imprese edili coinvolte nei diversi progetti edificabili, sono state 38 le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Siracusa, che a vario titolo dovranno rispondere dei reati di abusivismo edilizio, lottizzazione abusiva e distruzione di bene di interesse storico e archeologico.

 

 

 

 

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