Erano una settantina, gioielli naturali unici dal punto di vista estetico, ma anche da quello scientifico-geologico, educativo e turistico. Per questo le 66 aree protette del Global network of national geoparks dell’Unesco sono state recentemente incrementate con 11 nuovi arrivi, che le portano a 77. La lista e’ stata aggiornata pochi giorni fa, al termine della Nona Conferenza dei Geoparchi svoltasi nell’isola di Lesbo, in Grecia.
I Geoparchi rappresentano una sorta di e’lite mondiale delle aree protette ecosostenibili dal punto di vista geologico e turistico: molti sono in Cina (oltre 20), una mezza dozzina in Gran Bretagna e finora ce n’erano cinque in Italia, le Madonie, il Parco del Beigua in Liguria, il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, l’Adamello-Brenta e quello di Rocca di Cerere, in Sicilia.
Il Parco del Beigua, ad esempio, e’ una prodigiosa balconata sul mare, misura quasi 9 mila ettari e si trova fra le province di Genova e di Savona (fra i 10 Comuni che comprende ci sono anche Arenzano, Cogoleto, Genova, Sassello e Varazze). E’ il piu’ vasto parco naturale della Liguria (comprende tre comunita’ montane, Argentea, Del Giovo e Valli Stura e Orba), vanta 500 chilometri di sentieri e il Monte Beigua, massiccio che sovrasta la costa con cime che superano i mille metri di altezza.
Ai 66 geoparchi e ai cinque italiani si aggiungono ora il Parco del Cilento e Vallo del Diano, sulle montagne dell’Appennino in provincia di Salerno, e il Parco minerario toscano, che anche grazie alle Colline metallifere e’ il piu’ importante sito minerario dell’Italia centrale, con i suoi famosi panorami e importanti localita’ turistiche marine.
Per quanto riguarda l’Europa sono stati aggiunti il parco di Vikos-Aoos in Grecia (con caratteristiche gole e un’eccezionale varieta’ di habitat naturali, pianeggianti e alpini), quello finlandese di Rokua, vicino al Circolo polare artico (vanta una combinazione unica di paesaggi, modellata dall’era glaciale) e la Costa basca, nel Nord della Spagna, dalle spettacolari scogliere.
In Asia sono stati inclusi ad esempio nel Vietnam del Nord il Dong Van Karst Plateau, con il suo paesaggio calcareo e il ricco patrimonio culturale, l’isola Jeiju in Corea, un’isola vulcanica con un’economia basata sul turismo. In Cina non mancano i ponti naturali, le grotte, le rocce carsiche e i fiumi sotterranei a Leye-Fengshan, nella regione dello Guangxi Zhuang, mentre Ningde, nel Fujian, esibisce le mille figure modellate dall’incontro delle rocce con l’acqua.
In Canada e’ stato premiato il sito di Stonehammer, luogo che vede la nascita della ricerca geologica nel Paese (e offre diverse attivita’ turistiche) e in Giappone il San’in Kaigan National Park, splendida area costiera che ha saputo coniugare le bellezze geologiche con lo sviluppo turistico.
Una condizione importante per entrare nella lista e’ quella di avere confini definiti e una struttura di gestione e un’area sufficientemente grande per consentire un potenziale sviluppo turistico sostenibile.
Entrare nel novero dei geoparchi e’ un’occasione, com’e’ successo nell’area delle Colline metallifere toscane, per valorizzare un patrimonio: in Toscana la nascita e’ stata promossa dal basso, cioe’ voluta fortemente dagli abitanti di un territorio che non voleva disperdere e cancellare la propria memoria storica e socio-culturale, il proprio passato fatto di dolore e sacrifici (in questi giorni ne abbiamo un esempio, per quanto riguarda i minatori), ma anche da orgoglio e solidarieta’.