Giravo nell’area nord di Napoli in Vespa. È la luce quello che più mi piace quando giro per Secondigliano e Scampìa… Scampìa possiede nel nome il suo spazio. Scampìa, parola di un dialetto napoletano scomparsa, definiva la terra aperta, zona d’erbacce, su cui poi a metà degli anni ’60 hanno tirato su il quartiere e le famose Vele. Il simbolo marcio del delirio architettonico o forse più semplicemente un’utopia di cemento che nulla ha potuto opporre alla costruzione della macchina del narcotraffico che si è innervata sul tessuto sociale di questa parte di terra" (Roberto Saviano, "Gomorra", Mondadori, 2006).