Usa, il francobollo diventa eterno

Basta la parola: francobollo. E nell’era di internet e dell’email, degli sms e delle chat, lo sbadiglio è garantito. E invece quel "piccolo rettangolo, nella maggior parte dei casi di carta filigranata, emesso dal Ministero delle comunicazioni", come recita il catechismo online delle Poste Italiane, qui negli States sta per essere rilanciato a nuova vita: […]

Basta la parola: francobollo. E nell’era di internet e dell’email, degli sms e delle chat, lo sbadiglio è garantito. E invece quel "piccolo rettangolo, nella maggior parte dei casi di carta filigranata, emesso dal Ministero delle comunicazioni", come recita il catechismo online delle Poste Italiane, qui negli States sta per essere rilanciato a nuova vita: addirittura eterna.

Il francobollo "forever", quello cioè per sempre, dall’inizio dell’anno sarà una realtà. Addio ai quadratini da 44 cents che tre anni fa, alla vigilia della recessione, erano da 41, e che alla vigilia dell’11 settembre costavano appena 34 centesimi. Niente più variazioni di prezzo scritte sopra. Per tutta la posta nazionale di un certo peso base, qui identificato in un’oncia, cioè 28 grammi, basterà il francobollo eterno. Potete comprarlo oggi e utilizzarlo tra dieci anni: sarà sempre legale. Anche se, naturalmente, nel tempo intanto il prezzo aumenterà.

La rivoluzione era cominciata proprio tre anni fa con il lancio del primo francobollo forever: una sola immagine impressa sopra, quella della Liberty Bell, la campana di Philadelphia il cui suono accompagnò la lettura della Dichiarazione di Indipendenza. Ma l’Us Postal Service, nel frattempo, ha continuato a imprimere anche gli altri francobolli, aggiornando i prezzi anno dopo anno. Ora, invece, le indicazioni di prezzo scompariranno per sempre. E i soggetti invece si moltiplicheranno. A partire dal primo del nuovo corso, che verrà lanciato a metà gennaio, e che per la verità è molto più prosaico della campana della libertà: un bel coniglietto per celebrare "Il nuovo anno lunare: l’anno del coniglio", appunto.

Forse le storiche poste americane, che per il lancio dei loro primi francobolli, a metà Ottocento, ricorsero ai volti di due padri fondatori, Benjamin Franklin e George Washington, potevano pensare a un testimonial diverso. Ma si corre subito ai ripari: a febbraio, per celebrare il centenario della nascita, arriva il francobollo di Ronald Reagan.
Ottima scelta. Il presidente della deregulation, acceso nemico di balzi e balzelli, avrebbe sicuramente apprezzato la svolta semplificatrice.

Che si risolve fra l’altro in un affare per gli americani. Già adesso colpisce la differenza con l’Italia: 44 centesimi per una lettera di posta prioritaria da 28 grammi contro i 60 centesimi che noi paghiamo fino a 20 grammi – poi il prezzo vola a 1 euro e 40 centesimi. Ma con la svolta forever, il vecchio caro francobollo diventa, negli Usa, un vero e proprio investimento: quasi fosse un Gronchi Rosa.

Allan Sloan di Fortune traduce l’aumento degli ultimi tre anni, da 41 a 44 cents, in un rendimento del 3 per cento, per chi avesse fatto scorta di francobolli. Senza calcolare quanto lo stesso investitore avrebbe perso dal 2007 a oggi, per colpa del crollo di Wall Street, acquistando in Borsa azioni dello stesso valore: 41 centesimi. Certo nessuno si sognerebbe mai di comprare, per fare un affare, un milione di francobolli. Con tutta la buona volontà, e proprio grazie al boom della posta elettronica che in tutto il mondo sta mandando in deficit quella tradizionale, non basterebbe una vita per spedirli tutti. Il francobollo sarà anche eterno. Noi, grazie a Dio, no.
 

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