Spendere meglio e garantire agli studenti un’offerta formativa di qualita’, in sintonia con le reali esigenze del mondo del lavoro e le speranze occupazionali dei nostri ragazzi. Sono questi, fin dal principio del mio mandato, gli obiettivi dell’azione di Governo per l’universita’.
Sono stati quasi 6.000 i corsi di laurea attivi nell’ultimo anno accademico. Dietro questo numero si nascondono corsi con pochi iscritti, indirizzi duplicati e lauree brevi dal nome suggestivo, spesso capaci di moltiplicare le illusioni ma non le opportunita’ di trovare un impiego qualificato o almeno coerente con gli studi affrontati in precedenza. Ma la rotta e’ stata invertita, la riduzione degli indirizzi e’ appena cominciata e sara’ completata entro il 2010, quando il numero dei corsi dovra’ essere ridotto almeno del 20%. Intanto le universita’ romane stanno dando il buon esempio.
Il Ministero assegnera’ le risorse in base alla qualita’ della didattica dei singoli atenei. Per questo raggiungere l’obiettivo della razionalizzazione dei corsi di laurea oggi sembra piu’ facile, quasi a portata di mano. Ancora una volta quindi scegliamo il merito, con coraggio, per promuovere le riforme necessarie per arginare una frammentazione inutile e costosa. Premi a chi gestisce bene i soldi pubblici, meno risorse a chi spreca. Cosi’ il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, circa 500 milioni di euro, sara’ distribuito agli atenei migliori, quelli con una buona offerta formativa e una ricerca di qualita’. E questa quota crescera’ ancora, per arrivare al 25% del finanziamento complessivo. Perche’ un’offerta didattica inefficiente, ormai fuori controllo, e’ incompatibile con un sistema universitario snello e funzionante, capace di innescare la ripresa economica, spingere il Paese fuori dalla crisi e conquistare la fiducia delle famiglie, dei giovani e delle imprese.
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