Una mini-centrale in cantina. Il futuro dell’energia sostenibile

UNA MINI CENTRALE elettrica, a zero emissioni e zero impatto ambientale, da installare in ogni cantina giardino entro dieci anni. E’ il progetto di una piccola societa’ californiana che sta attirando l’attenzione di media, industria e grandi investitori. Una scommessa che, se non finira’ nell’ennesima bolla, potrebbe cambiare per sempre il modo in cui consumiamo […]

UNA MINI CENTRALE elettrica, a zero emissioni e zero impatto ambientale, da installare in ogni cantina giardino entro dieci anni. E’ il progetto di una piccola societa’ californiana che sta attirando l’attenzione di media, industria e grandi investitori. Una scommessa che, se non finira’ nell’ennesima bolla, potrebbe cambiare per sempre il modo in cui consumiamo l’energia.

Si chiama “Bloom Box”, ed e’ l’idea dell’ingegnere di origine indiana K.R. Sridhar. Il principio e’ molto semplice: in un’unita’ delle dimensioni di un frigorifero sono impilate una grande quantita’ di celle a combustibile. Da un lato delle celle entra ossigeno, dall’altro il combustibile. Una reazione chimica produce l’elettricita’ senza emissioni nocive. Niente di nuovo, in teoria. In pratica, l’idea di produrre energia attraverso le celle a combustibile non si e’ mai tradotta in realta’ su grande scala, principalmente a causa degli elevati costi di gestione e della difficolta’ di reperire il combustibile adatto.

L’ingegner Sridhar, un passato alla Nasa prima di fondare la Bloom Energy, sostiene di aver risolto questi problemi: le Bloom Box possono essere alimentate con gas naturale, biomasse o solare e il loro ideatore sostiene che, entro dieci anni, chiunque potra’ acquistarne una spendendo al massimo 3 mila dollari.

Il problema e’ che finora nessuno, al di fuori di una ristretta cerchia, ha mai visto una Bloom Box all’opera. Ma un servizio della prestigiosa trasmissione Cbs “60 Minutes” ha acceso i riflettori su Sridhar e la sua creatura. E molti ora si chiedono se la centrale elettrica da cantina non possa essere la “next big thing”, la grande svolta nel settore dell’energia.
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GUARDA IL SERVIZIO DI 60 MINUTES

Un nutrito gruppo di venture capitalist ha investito fino a oggi 400 milioni di dollari sulla Bloom Energy. Tra di loro c’e’ John Doerr, della Kleiner Perkins Caufield & Byers, noto in tutta la Silicon Valley per aver sostenuto la nascita di colossi come Google e Amazon, ma anche per clamorose sviste come quella del monopattino hi-tech Segway. Doerr ha gia’ speso circa 100 milioni di dollari nella Bloom Energy, ed e’ convinto di averci visto lungo: “L’energia pulita puo’ essere la piu’ grande opportunita’ del ventunesimo secolo”, ha detto davanti alle telecamere di 60 Minutes.

Le Bloom Box non sono ancora presenti in nessuna cantina domestica, ma alcune grandi aziende californiane, tra cui Google ed eBay, le stanno gia’ sperimentando. Secondo l’amministratore delegato di eBay, John Donahoe, le cinque unita’ installate nove mesi fa nel campus della societa’ a San Jose’ gli hanno gia’ fatto risparmiare 100 mila dollari in bolletta. Un mucchio di soldi, ma non cosi’ tanti considerando che attualmente una sola Bloom Box costa piu’ di 700 mila dollari. In California, tra incentivi e detrazioni, lo stato si fa carico di meta’ dei costi. Ma Sridhar sostiene che, in un arco di tempo variabile tra 5 e 10 anni, un’unita’ costera’ meno di 3 mila dollari e potra’ essere presente in ogni casa, rimpiazzando la rete elettrica in citta’, nei distretti industriali o nei piu’ remoti villaggi rurali.

La presentazione ufficiale della Bloom Energy e’ prevista per domani. Il progetto ha guadagnato sponsor prestigiosi, come l’ex segretario di stato Colin Powell. Ma Sridhar sogna di arrivare ancora piu’ in alto: “Mi piacerebbe vedere una Bloom Box alla Casa Bianca, magari accanto all’orto biologico di Michelle Obama”, ha detto alla Cbs. “Ne sarei davvero felice”

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