Una casa dello studente da 600mila euro. Ma è vuota

Inaugurata ben quattro anni e mezzo fa ma ancora inutilizzata: peccato che per la sua realizzazione siano stati spesi anzi buttati al vento solo 600mila euro. Un’altra ordinaria storia di sprechi che, questa volta, coinvolge la Casa dello studente “Sandra Bruschi” di Carrara. Presentata come il fiore all’occhiello dell’amministrazione, la residenza universitaria si compone di […]

Inaugurata ben quattro anni e mezzo fa ma ancora inutilizzata: peccato che per la sua realizzazione siano stati spesi anzi buttati al vento solo 600mila euro. Un’altra ordinaria storia di sprechi che, questa volta, coinvolge la Casa dello studente “Sandra Bruschi” di Carrara.

Presentata come il fiore all’occhiello dell’amministrazione, la residenza universitaria si compone di venti alloggi, di cui quattro attrezzati per l’utilizzo da parte di portatori di handicap, completi di servizi e accesso a Internet e telefonia, due sale comuni, 16 sale studio, un locale lavanderia e veri e propri laboratori dove gli studenti potrebbero dipingere e scolpire. Potrebbero, appunto, perché nessuno ancora ne ha potuto usufruire. Eppure, nel corso dell’inaugurazione, con tanto di buffet e assessore regionale all’Istruzione, era certo che gli studenti avrebbero potuto occupare gli alloggi nel giro di un mese. E invece continuano a vivere in un’altra residenza universitaria, l’ex Caserma Dogali, fredda e fatiscente.

Questo perché, dopo aver terminato i lavori, si è scoperto che la nuova struttura non è totalmente in regola dal punto di vista della sicurezza per un problema relativo all’impianto antincendio.

Ma allora perché inaugurare una struttura che non aveva ancora l’impianto antincendio a norma? Apparentemente, all’inizio, sembrava che fossero necessari solo degli estintori per dichiarare i locali agibili. In un secondo momento, però, è venuto fuori che, essendo quella una struttura di tipo alberghiero, sarebbe stato necessario l’impianto idrico antincendio che, ad oggi, dopo quasi tre anni, deve ancora essere dichiarato a norma.

Senza contare che il mancato utilizzo e la scarsa manutenzione comportano anche altri problemi come le attuali infiltrazioni d’acqua dal tetto.

Un vero e proprio monumento allo spreco quindi, alla cattiva gestione e al rimbalzo di responsabilità.

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