Un telescopio spazzino contro i rifiuti cosmici

SE MOLTE delle nostre attività dipendono dai satelliti, basta una "briciola spaziale" di pochi centimetri per mandare in tilt gli occhi che dall’alto osservano la Terra. Per evitare scontri in orbita fra satelliti e spazzatura cosmica, la Difesa americana ha costruito e appena attivato un telescopio ad hoc: lo Space Surveillance Telescope. L’iniziativa nasce dalla […]

SE MOLTE delle nostre attività dipendono dai satelliti, basta una "briciola spaziale" di pochi centimetri per mandare in tilt gli occhi che dall’alto osservano la Terra. Per evitare scontri in orbita fra satelliti e spazzatura cosmica, la Difesa americana ha costruito e appena attivato un telescopio ad hoc: lo Space Surveillance Telescope.

L’iniziativa nasce dalla Darpa (la Us Defence Advanced Research Projects Agency). E questo già indica che il suo obiettivo è soprattutto evitare guasti ai satelliti militari. Ma aiuterà tutti – inclusa la Stazione Spaziale Internazionale che spesso si è trovata a manovrare per evitare collisioni con la spazzatura cosmica – a fare lo slalom fra i 22mila oggetti di origine umana che orbitano attorno alla Terra a una media di 35mila chilometri di altezza e velocità che si avvicinano ai 50mila chilometri all’ora, 17 volte più di un proiettile di pistola. Si va da piccoli frammenti di metallo a interi satelliti defunti, e il loro numero è destinato a triplicarsi nei prossimi 20 anni secondo una stima pubblicata dal sito della rivista Nature.

Eliminare questi frammenti spaziali per il momento è impossibile, nonostante gli avveniristici progetti di vaporizzarli o di scostarli dalla loro rotta con raggi laser sparati dalla Terra. E l’attuale catalogo gestito dalla Us Air Force, che sfrutta vari radar piazzati in diversi paesi del mondo, rischierà di diventare presto ingestibile e obsoleto. Due anni fa un satellite per le comunicazioni Iridium ha centrato in pieno un satellite russo dismesso e nello scontro si sono formati altri 1.700 frammenti, contribuendo all’affollamento di uno spazio che non può più essere considerato vuoto.

Il nuovo telescopio della Darpa è stato costruito in nove anni al costo di 110 milioni di dollari. Ha un’apertura di tre metri e mezzo, riesce a scansionare il cielo più velocemente dei vecchi radar e a cogliere anche gli insidiosi oggetti al di sotto dei dieci centimetri di grandezza, avvertendo gli operatori dei satelliti quando c’è un rischio di collisione. Il colonnello dell’aeronautica americana Travis Blake, cui è affidata la supervisione del nuovo telescopio, ha presentato così le doti del suo apparecchio durante l’inaugurazione: "Fino a ieri avevamo una visione dello spazio profondo non più ampia di una cannuccia da bibita: potevamo osservare un segmento piccolissimo del cielo. Lo Space Surveillance Telescope ci offre invece una visione più simile a quella del finestrino di un veicolo. In poche notti, raccoglieremo i dati che prima ottenevamo in settimane o mesi di lavoro".

Il telescopio che è stato montato nella base militare di Socorro, nel Nuovo Messico, è attivo da febbraio ma avrà bisogno di un periodo di test e allineamento. Inizierà a lavorare sul serio fra circa sei mesi, e se le sue osservazioni saranno all’altezza delle aspettative, si passerà alla realizzazione di altri "fratelli" piazzati in altre zone del mondo. Tutti i loro dati confluiranno nell’attuale rete di sorveglianza della "space junk": lo Space Surveillance Network. E tra un frammento spaziale e l’altro, gli occhi della Darpa potranno anche essere prestati alla scienza per l’osservazione di stelle o comete.

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