Un esempio da seguire

  Le  grandi turbine eoliche di Tocco da Casauria, che svettano dagli antichi uliveti, raccontano qualcosa di straordinario che sta succedendo in Italia. Alle prese con bollette dell’elettricità sempre più care, centinaia di piccoli comuni italiani cercano la salvezza economica nelle energie rinnovabili. Secondo il rapporto di Legambiente, Comuni rinnovabili 2010, sono oltre ottocento le […]

 

Le  grandi turbine eoliche di Tocco da Casauria, che svettano dagli antichi uliveti, raccontano qualcosa di straordinario che sta succedendo in Italia. Alle prese con bollette dell’elettricità sempre più care, centinaia di piccoli comuni italiani cercano la salvezza economica nelle energie rinnovabili. Secondo il rapporto di Legambiente, Comuni rinnovabili 2010, sono oltre ottocento le comunità che producono più energia di quanta ne consumano. E Tocco da Casauria, un paese di 2.700 abitanti in provincia di Pescara, è una di queste. Tocco è proiettato verso il futuro. Oltre alle turbine eoliche, i pannelli solari generano l’elettricità necessaria al cimitero cittadino e ai complessi sportivi, oltre a un numero sempre più alto di abitazioni private. “Di solito quando si pensa all’energia vengono in mente grandi impianti”, afferma Edoardo Zanchini, responsabile di Legambiente per l’energia. “Ma la cosa interessante è che i piccoli municipi sono i più attivi. E il fatto che questo possa succedere in Italia è ancora più impressionante”. In Italia solo il 7 per cento dell’energia proviene da fonti rinnovabili. Ma gli esperimenti locali dimostrano che spesso le piccole economie hanno un ruolo più attivo nel promuovere le energie pulite. Oggi Tocco ha raggiunto la completa indipendenza energetica: produce il 30 per cento di elettricità in più di quella che consuma. Nel 2010 la produzione di energia verde ha fatto guadagnare al paese abruzzese 170mila euro. Rispetto agli altri paesi europei, in Italia progetti energetici come quello di Tocco, che hanno creato nuovi posti di lavoro, sono ancora rari, soprattutto perché le procedure per ottenere le autorizzazioni sono molto complicate.

Fonte: Internazionale

 

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