Ubriachi all’Onu. E’ l’ultima accusa che arriva dal Palazzo di vetro di New York dove, mentre si annunciano grandi campagne planetarie contro gli sprechi ( ad esempio quelli alimentari) va di moda partecipare alle riunioni diplomatiche bevendo super-alcolici fino a sbronzarsi.
Secondo alcune fonti interne, le cantine del Palazzo sarebbero piene di enormi scorte di vino pregiato, alcolici ad altissima gradazione, casse di whisky e Martini. Il risultato è che, durante le sedute, diversi diplomatici appaiono più che allegri e non riescono neanche a prendere la parola.
LEGGI ANCHE: Sprechi europei, le ambasciate ai tropici per fare i bagni a mare
“E’ venuto il momento di fare diventare le nostre riunioni zone dealcolizzate” annuncia Joseph Torsella, rappresentante degli Stati Uniti nel Palazzo di vetro.
E sul sito del giornale New York Times, il professore Richard Gowan scrive: “La sede dell’Onu di New York è rimasta l’unico posto in tutta l’America dove non solo è consentito bere, ma è previsto”.
L’alcol a fiumi, con le relative spese, non contribuisce a restituire credibilità a un’istituzione che da molto tempo è al centro di polemiche per l’uso dei soldi che gestisce. E innanzitutto per una domanda che, al momento, non ha ancora una risposta certa: l’Onu serve ancora?