A distanza di tre anni dalla partenza del nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, il Comune di Ponte nelle Alpi (BL) si attesta su una percentuale di differenziazione (media 2010) dell’88,04%.
Si è passati da una percentuale di raccolta differenziata del 22,4% del 2006 (il 2007 è stato un anno di transizione, poiché il nuovo servizio è partito in maniera scalare sul territorio dal 16 ottobre 2007) all’81,6% del 2008, all’85,01% del 2009, fino ad arrivare all’ 88.04% nel 2010.
Il dato ancora più significativo però, è la riduzione della produzione di rifiuto secco indifferenziato: nel 2006 il Comune portava in discarica 2938,24 tonnellate di rifiuto secco indifferenziato, nel 2010 solo 248 tonnellate: una riduzione pari all’ 91,56%%.
Nel 2006 ogni cittadino del comune vincitore del Premio Comuni a 5 stelle 2009 produceva 348 Kg di rifiuto secco indifferenziato, nel 2010 ne ha prodotto in media 29,04 Kg.
Numeri ancora più significativi, se si pensa che la percentuale di raccolta differenziata è calcolata in peso sul totale raccolto, escludendo quindi tutta la componente organica, come scarti di cucina, autosmaltita a domicilio con il compostaggio domestico, praticato a Ponte nelle Alpi, da 1939 utenze domestiche (51% circa delle utenze complessive).
Considerando anche questa frazione di rifiuto, secondo il metodo utilizzato da Arpa Veneto, a Ponte nelle Alpi si raggiunge l’incredibile risultato del 90,32% di raccolta differenziata.
Quanto costa tutto questo? Meno! L’amministrazione spendeva nel 2007 € 950.000, € 810.000 nel 2009 e nel 2010: una diminuzione del 14,7% in tre anni!
Se pensiamo che ancora oggi centinaia di amministrazioni comunali, provincie e regioni italiane affrontano ancora la questione rifiuti investendo centinaia di milioni di euro per impianti di incenerimento che bruciano futuro e impattano sull’ambiente e sulla salute delle comunità locali, l’esperienza di Ponte nelle Alpi è sempre più l’esempio da seguire, la strada da percorrere, il modello da replicare in tutto il territorio nazionale come alternativa all’assurdità di smaltire materiali post consumo in impianti che producono diossina e morte, cancro e buchi di bilancio...
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