Treni a lunga percorrenza inaffidabili

In Italia il 57% dei treni a lunga percorrenza arriva in ritardo. Tra dicembre e gennaio, su 510 convogli, più della metà è giunto a destinazione fuori orario, con un ritardo medio di 13 minuti. Nel 14% dei casi il ritardo è stato superiore al quarto d’ora, mentre nel 7% è andato oltre la mezz’ora. […]

In Italia il 57% dei treni a lunga percorrenza arriva in ritardo. Tra dicembre e gennaio, su 510 convogli, più della metà è giunto a destinazione fuori orario, con un ritardo medio di 13 minuti. Nel 14% dei casi il ritardo è stato superiore al quarto d’ora, mentre nel 7% è andato oltre la mezz’ora. I dati provengono dall’inchiesta che Altroconsumo 1 ha svolto durante le feste natalizie (22-24 dicembre e 3-5 gennaio) sulle principali linee ferroviarie nazionali. In particolare, sono stati presi in esame i convogli con destinazione Bari, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Roma, in partenza da Bologna, Milano, Torino, Roma e viceversa.

La maglia nera spetta, manco a dirlo, ai collegamenti per il Sud, dove i treni si fanno attendere più spesso (65%) e l’entità dei ritardi è più consistente. Tuttavia non vanno meglio le cose al Nord, dove il 48% dei convogli registra ritardi record. Differenze notevoli pure da una stazione e l’altra, a fronte di uno scenario complessivo deludente. Il caso più critico è Palermo Centrale, con il 100% dei treni in ritardo; seguono a ruota Roma Termini, Bari Centrale e Reggio Calabria. Il capoluogo pugliese ha un ritardo medio maggiore (23 minuti) ed è anche la destinazione che ha fatto registrare più spesso ritardi nei giorni dell’inchiesta. La palma dello scostamento va alla stazione di Milano Centrale per l’espresso 1626 da Palermo, che il 4 gennaio si è fermato al paraurti ben 123 minuti dopo l’orario previsto. Seguono l’Intercity notte 780 Bari-Milano, arrivato a destinazione con 90 minuti di ritardo il 5 gennaio, e il corrispondente 615 Milano-Bari, giunto con 76 minuti di ritardo il 23 dicembre. Nelle altre stazioni i ritardi massimi sono stati intorno all’ora, fatta eccezione per Bologna, dove sono stati sfiorati i 30 minuti.

Per gli italiani in vacanza il viaggio di andata è stato più drammatico di quello di ritorno: i ritardi sotto Natale (65% dei treni) hanno infatti superato di gran lunga quelli del dopo Capodanno (48%). Due treni su dieci diretti verso Sud sono arrivati a destinazione con più di 15 minuti di ritardo, e in un caso su dieci addirittura con più di mezz’ora. La peggiore risulta ancora Palermo: nei giorni caldi tutti i treni sono arrivati ben oltre i tempi stabiliti, e quasi la metà (47%) più di mezz’ora dopo l’orario previsto. Problemi anche a Roma, con il 71% di ritardi in andata e il 51% al ritorno e a Bari, dove il 17% è arrivato più di 30 minuti dopo l’orario previsto.

Ridimensionato il ruolo del maltempo natalizio, il quadro dipinto da Altroconsumo è comunque scoraggiante. E’ vero che il servizio ferroviario riposa su meccanismi delicatissimi e quasi tutti invisibili al viaggiatore. Rispetto a questo, sulla nostra rete ferroviaria circolano treni a maggior rischio di ritardo per ragioni diverse: orario particolarmente stretto, periodi di sovraffollamento delle tratte, ricorrenti problemi tecnici a locomotive e vagoni causa anzianità dei mezzi e scarsa manutenzione. Fra i più puntuali – che pure esistono – c’è l’espresso notturno 894 Reggio Calabria-Roma: le sue nove ore e mezza di percorrenza spalmate su un tragitto di 690 chilometri (il treno più veloce lo fa in cinque ore) ne garantiscono, nove volte su dieci, l’arrivo in perfetto orario se non in anticipo. Per treni invece come i Frecciabianca della linea adriatica o il Torino-Palermo (ex ‘Treno del Sole’) sulla tirrenica, non passa giorno che su Viaggiatreno (il portale di Trenitalia dedicato alla circolazione ferroviaria in tempo reale) non si leggano ritardi nell’ordine dei 40-50 minuti. E il motivo, specie per i Frecciabianca, è quasi sempre lo stesso: "inconveniente tecnico al treno".

Anche i superbolidi dell’Alta Velocità, quei Frecciarossa da 14 carrozze e circa 700 tonnellate lanciate a 300 all’ora, una volta su due sforano: nel 27% dei casi l’attesa supera i cinque minuti, sei volte su cento è superiore al quarto d’ora e nell’1,5% va oltre la mezz’ora. Eppure vanno forte nella hit parade dei vettori: tra Milano e Roma li sceglie il 55% dei passeggeri, mentre il 37% opta per l’aereo e l’8% per l’automobile. Sono trattati piuttosto bene anche dalle stesse Fs: marcia curata, corsa snella, niente precedenze ad altri treni e orari leggermente ‘diluiti’ per poter spaccare il minuto a scanso di qualche segnale rosso di troppo. E, secondo Altroconsumo, sono i treni con ritardi inferiori alla media. Insomma, Trenitalia quando vuole dimostra di potercela fare. D’altronde l’Alta Velocità (20 milioni di viaggiatori nel 2010) rappresenta per l’azienda la maggior fonte di guadagno.

Un’alternativa ai Frecciarossa è rappresentata dagli ‘Italo’ di Ntv, i supertreni Agv Alstom da 360 chilometri orari, che dovrebbero presentarsi sui binari a partire dal prossimo autunno. Non si capisce però come potranno superare gli Etr 500 Fs, visto che le linee – sempre di proprietà Fs – ammettono un limite fatto su misura appunto per i convogli Trenitalia, cioè 300 all’ora. Tradotto: il viaggiatore potrebbe pagare di meno ma impiegare comunque lo stesso tempo. E se, per il momento, tra Moretti e Montezemolo sembra scoppiata la pace dopo le polemiche sui viaggi di prova di Ntv, le Fs cercano di parare i colpi della concorrenza entrando in Europa. Lo hanno fatto a dicembre acquistando Arriva 2, società di trasporto regionale delle ferrovie tedesche (Db) e lo hanno rifatto a febbraio accordandosi con la francese Veolia per dei collegamenti notturni tra Roma, Venezia e Parigi. Nel frattempo però anche l’Europa ha ‘invasO’ i nostri binari: l’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari ha da poco dato il via libera alle fermate intermedie in Italia per i treni internazionali austro-tedeschi Db-Oebb in servizio tra Milano, Bologna, Venezia, Verona, Bolzano, Innsbruck e Monaco di Baviera.

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