Tre milioni di euro per una centrale che ha funzionato solo per il collaudo

Realizzata per produrre energia pulita sfruttando la cascata della Conca Fallata, la centrale idroelettrica sul Naviglio pavese in realtà non ha mai funzionato se non durante i collaudi e le fiere. Peccato che per la sua costruzione sono stati spesi 2,8 milioni di euro. Come leggiamo su Corriere.it, il progetto, unico nel suo genere, doveva […]

Realizzata per produrre energia pulita sfruttando la cascata della Conca Fallata, la centrale idroelettrica sul Naviglio pavese in realtà non ha mai funzionato se non durante i collaudi e le fiere. Peccato che per la sua costruzione sono stati spesi 2,8 milioni di euro.

Come leggiamo su Corriere.it, il progetto, unico nel suo genere, doveva essere il fiore all’occhiello della rinascita del paesaggio fluviale di Milano: grazie alla sua turbina da 2 milioni di chilowattora annui, avrebbe dovuto alimentare 500 abitazioni e circa 20 chilometri di strada tra Milano e Pavia.  Doveva, perché il sogno dell’energia pulita è attualmente fermo a causa delle erbacce e delle  alghe che bloccano le griglie d’accesso alla turbina e di conseguenza il passaggio d’acqua.

Non semplici cespugli, ma un vero e proprio flusso galleggiante, calcolato in 5 metri cubi al giorno, di erbe acquatiche tagliate dal Consorzio Villoresi a monte di Milano per mantenere pulito il fondo dei canali. Un’opera da sempre necessaria nei fossati, certo non una novità.

Il problema può apparire banale, ma per anni è risultato insormontabile. Quattro anni fa si è provato addirittura a deviare le erbe galleggianti con un sistema di assi in legno ma nulla da fare, anche questo esperimento si è rivelato essere un tentativo inutile. Da allora non è stato più attuato nessun intervento significativo. Un problema quindi a cui non si riesce a trovare una soluzione. Ci sono stati errori di progettazione da parte dell’impresa costruttrice Aem, oggi A2A? Nessuno aveva valutato l’impatto delle piante?

La soluzione più breve ci sarebbe: interrompere il taglio delle piante acquatiche. Ma le conseguenze per il futuro dei canali sarebbero gravissime. Che fare allora? È questa la domanda a cui da anni cerca di ottenere risposta Ugo Ugliano, presidente della Zona 5.

Nei prossimi giorni la commissione Ambiente farà un sopralluogo per verificare la funzionalità dell’impianto e avere risposte da A2A perché come evidenzia Carlo Monguzzi, presidente della commissione comunale Ambiente “è inaccettabile che un’opera pagata dai milanesi venga abbandonata al suo destino. La turbina può consentirci di recuperare energia pulita e risorse. Ne abbiamo bisogno”.

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