The East: arriva il film sui Freegan, attivisti che vivono frugando nella spazzatura

L'avventura dei freegan, il gruppo di attivisti ormai sparsi in tutto il mondo che recuperano il cibo nella spazzatura come simbolo della lotta contro gli sprechi, raccontata in un film

Un eco-thriller, un giallo che mette insieme spionaggio, stili di vita e ambientalismo: si intitola The East film di Zat Batmanglij, regista americano di orgini iraniane esce nelle sale italiane dal 4 luglio. Una storia appassionante di un ex agente della Cia che lavora in un’agenzia di spionaggio privata e si inserisce in un gruppo di eco-terroristi: una scelta professionale che cambierà la vita della protagonista fino a farle conoscere l’avventura dei freegan, da free, libero, e vegan, il gruppo di attivisti ormai sparsi in tutto il mondo che recuperano il cibo nella spazzatura come simbolo della lotta contro gli sprechi.

La protagonista del film è l’attrice Brit Marling, una diva emergente di Hollywood, che ha scritto anche la sceneggiatura ed ha girato in precedenti pellicole accando a Richard Gere e Robert Redford.

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THE EAST FILM SUI FREEGAN. L’esperienza dei freegan è sempre più diffusa in America. Non è un segno di impoverimento nè una pratica di nuovi gruppi di persone che vivono nelle strade, ma un movimento di attivisti ambientali che vuole mettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica il tema degli sprechi alimentari. Una provocazione, insomma, in un paese dove quasi il 30 per cento della spesa di prodotti alimentari finisce nei cassonetti dell’immondizia.

“Avevo saputo dell’esperienza dei freegan leggendo i giornali, ma ho voluto capire tutto del loro stile di vita e così ho imparato a frugare nei bidoni della spazzatura” racconta la Marling “In questo ho capito la follia dello spreco quotidiano di cibo, che dobbiamo riuscire a contrastare con tutti i mezzi possibili, anche un buon film…” .

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The East è girato in fattorie biologiche, case occupate, e tra le strade di grandi metropoli americane: la storia è molto suggestiva e aiuta a riflettere sui nostri stili di vita e innanzitutto sul nostro modello di sviluppo dove troppo spesso il consumo equivale allo spreco.

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