Tasse e tartassati: la beffa di 110 pagine di istruzioni

Il commercialista mi ha comunicato l’ultimo regalo del governo Monti, che a parole promette crescita, semplificazione ed equità: 110 pagine di istruzioni per il modello Unico 2012. Un romanzo, al quale bisognerà aggiungere varie appendici per arrivare così a un’enciclopedia. E’ giusto contrastare l’evasione fiscale, è giusto chiedere sacrifici per evitare la bancarotta del Paese, […]

Il commercialista mi ha comunicato l’ultimo regalo del governo Monti, che a parole promette crescita, semplificazione ed equità: 110 pagine di istruzioni per il modello Unico 2012. Un romanzo, al quale bisognerà aggiungere varie appendici per arrivare così a un’enciclopedia. E’ giusto contrastare l’evasione fiscale, è giusto chiedere sacrifici per evitare la bancarotta del Paese, è giusto non fare promesse da marinaio in materia fiscale: ma perché questa tortura fatta di carta montata come la panna? Eppure la semplificazione dovrebbe essere un obiettivo strategico per disincentivare l’evasione e migliorare il rapporto tra il cittadino e il fisco. Il governo sta facendo il contrario, e ogni giorno avvelena il rapporto con i contribuenti con qualche dose in più di cianuro. Soltanto nel mese di maggio le scadenze con il fisco per gli italiani saranno 82 e nel corso del 2012 sarà superata la soglia dei 694 appuntamenti con il fisco del 2011, più di tre al giorno. Intanto nessuno sa quando e come pagare l’Imu, mentre tutti siamo consapevoli della stangata in arrivo. Nessuno sa come si deve calcolare la patrimoniale introdotta sui depositi titoli e nessuno capisce perché in 110 pagine di parole in libertà ci siano anche una serie di contorte istruzioni per i proprietari dei boschi. Ci restano, come certezze, soltanto due dati. Il primo: la pressione fiscale in Italia è ormai vicina al 50 per cento. Secondo dato: le piccole e medie imprese pagano, per la burocrazia fiscale, un conto di quasi 3 miliardi di euro. Con questi numeri più che la semplificazione e la crescita economica, si declina solo il titolo di un celebre film: "I tartassati". Lo interpretava Totò, e faceva ridere, questa arida impotenza del governo invece fa semplicemente piangere.

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