Stretta sulla privacy contro Google e Facebook. L’Ue lancia “il diritto a essere dimenticati”

L’Unione europea annuncia una stretta sui big del web statunitensi che hanno una imponente massa critica di clienti europei. Facebook e Google in prima linea. L’aggiornamento della direttiva sulla privacy dell’Unione europea – in programma per l’estate – dovrebbe contemplare novità per rafforzare la protezione dei dati in favore degli utenti finali. Novità a cui […]

L’Unione europea annuncia una stretta sui big del web statunitensi che hanno una imponente massa critica di clienti europei. Facebook e Google in prima linea. L’aggiornamento della direttiva sulla privacy dell’Unione europea – in programma per l’estate – dovrebbe contemplare novità per rafforzare la protezione dei dati in favore degli utenti finali. Novità a cui anche le imprese basate fuori dall’Unione europea, ma con clienti europei, dovranno adeguarsi.

Lo ha annunciato Viviane Reding, il commissario europeo per la Società dell’Informazione e i Media, nel corso di un seminario a Bruxelles. L’applicazione delle regole europee nei confronti delle società con sede negli Usa (ma con clienti europei) è uno dei quattro principi che Reding ha delineato per i diritti della privacy in materia, attualmente sotto esame per la revisione dell’impianto normativo su privacy e protezione dei dati personali. Per Reding dovrebbe esistere anche il "diritto a essere dimenticati".

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Tra gli altri punti che fanno parte del processo di aggiornamento Reding intende inserire il principio «che la gente ha il diritto, e non solo la "possibilità" di ritirare il consenso al trattamento dei dati». Inoltre, restando in tema di trasparenza, chi ha dato il consenso al trattamento dei dati dovrebbe essere, in ogni caso, informato se questi vengono poi utilizzati e per quali scopi. Altro principio su cui la commissione europea sta lavorando quello della "privacy di default": l’utilizzo dei dati per fini diversi da quelli specificati dovrebbe essere autorizzato solo con l’esplicito consenso degli utenti.

Gli ultimi casi sospetti
Recentemente Google è finito nel mirino delle autorità europee per il servizio Google Street View, mappe stradali tridimensionali in soggettiva, quando è emerso che le automobili che digitalizzano le immagini raccolte per strada captano anche e-mail e password di reti wi-fi non protette. Anche Facebook, il popolare social network che vanta circa 600 milioni di utenti, è più volte stato criticato sull’utilizzo a fini pubblicitari dei dati personali degli utenti.

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