Sprechi pubblici / Le colf dei generali pagate meglio dei chirurghi

AAA cercansi donne pulizie e cuoche, pagate come un docente universitario. Le parole dell’annuncio, certo, non sono esattamente queste. Ma il senso sì: per accudire nove appartamenti delle alte sfere militari l’Aeronautica stanzia per quattro anni (di questi tempi!) 1.884.798 euro e 72 centesimi più Iva (altri 395 mila) per un totale di 2.279.798 euro. […]

AAA cercansi donne pulizie e cuoche, pagate come un docente universitario. Le parole dell’annuncio, certo, non sono esattamente queste. Ma il senso sì: per accudire nove appartamenti delle alte sfere militari l’Aeronautica stanzia per quattro anni (di questi tempi!) 1.884.798 euro e 72 centesimi più Iva (altri 395 mila) per un totale di 2.279.798 euro. Media: quasi 253.310 ad alloggio.

La gara, appena conclusa, non lascia spazio a dubbi. Non vengono cercati manager, ingegneri nucleari o ricercatori scientifici. Le mansioni sono queste: «Servizi di pulizia e rassetto camere e locali connessi, nonché i servizi di cucina, mensa e sguatteria». Per essere più precisi, chi è assunto attraverso una ditta apposita deve «mantenere un livello igienico sanitario ottimale dell’ambiente», occuparsi della «spazzatura e lavatura dei bagni comprese le relative pareti piastrellate» e della «lavatura specchi ed arredi vari, lavatura e disinfestazione sanitari», prendersi cura «dei contenitori porta rifiuti negli appositi cassonetti esterni per la raccolta differenziata» nonché della «lavatura degli stessi contenitori e sostituzione dei sacchetti porta rifiuti» e ancora della «battitura di cuscini e divani» più ovviamente la «battitura degli scendiletto».

Va da sé che viene chiesta una particolare attenzione per il «lavaggio e la lucidatura con idonei prodotti di tutta la posateria in alpacca argentata/argento, di vassoi e stoviglie di ogni genere». Per non dire della cucina dove deve «curare il servizio di confezionamento e distribuzione pasti». E provvedere «alla pulizia ed al riassetto di tutti i locali (cucina) ed attrezzature (piani di cottura, frigoriferi, congelatori, lavelli, elettrodomestici in genere) utilizzati, nonché lavatura, rammendatura, cucitura e stiratura di tovagliato». La gara, pubblicata sul web il 5 ottobre con scadenza il 20 ma sembra ignota perfino ai vertici politici della Difesa, prevede sei «lotti» di «Asir», gli alloggi di servizio assegnati a generali o ammiragli che ricoprano incarichi di alto comando «con occasionali necessità di rappresentanza che comportino l’organizzazione di pranzi o ricevimenti ufficiali nell’alloggio stesso». Quattro appartamenti a Roma, uno a Milano, uno a Firenze, uno a Poggio Renatico (Ferrara), uno a Pozzuoli e l’ultimo a Bari.

Le misure sono diverse. L’alloggio del capo di stato maggiore a Roma, per dire, si estende su 399 metri quadri di parquet, 143 di marmo, 275 di terrazzo, 48 di pianerottolo interno. Ha inoltre 188 metri quadri di maioliche, 78 di «superfici vetrate», 240 di rivestimento in legno… Tenerlo in ordine richiede minimo minimo un paio di domestici. Per altri lo spazio è meno spropositato.

Prendiamo l’esempio di Pozzuoli? Dice l’allegato B/5 che si tratta di un appartamento di 189 metri quadri che richiede un servizio di 176 ore al mese. Fatti i conti, la domestica chiamata a prendersi cura per 44 ore (scarse) la settimana dell’alloggio del comandante dell’Accademia aeronautica costerà in quattro anni 187.599 euro più Iva: 226.994 euro. Vale a dire 56.748 euro l’anno. Molto più del doppio di quanto costa, tutto compreso, una badante specializzata per non autosufficienti che resta a casa 24 ore al giorno.

D’accordo che fra gli impegni c’è anche quello di preparare pranzi e cene di rappresentanza per un massimo di 30 ospiti al mese (una cena a settimana per sette: se a tavola sono di più, lo Stato paga un extra) ma un dipendente all’House of Commons britannica, l’equivalente della nostra Camera dei deputati, di euro ne costa ogni anno 38.952. Cioè 17.796 in meno. Quanto al rapporto con altre categorie di italiani, ogni domestica assunta per la «battitura degli scendiletto» eccetera andrà a pesare sul bilancio dello Stato molto più di un maestro o di un professore. Lo dice il Budget 2011 dello Stato, secondo cui i dipendenti della scuola costano (stipendio, tasse, contributi vari…) 39.640 euro l’uno: 17.108 di meno.

La domestica che si occuperà dell’appartamento del comandante dell’Istituto di Scienze militari aeronautiche di Firenze, sempre per 44 ore scarse a settimana, costerà ai cittadini ancora di più: 58.381 euro. Cioè quasi tremila più di un dipendente medio (infermieri, anestesisti, radiologi, chirurghi…) del ministero della Sanità che di euro in un anno ne costa 55.645. Quei 58.381 euro esattamente sono gli stessi che pesano sui bilanci per un docente ordinario al primo anno, quindicimila più che per un associato, venticinquemila più che per un ricercatore. Con tutto il rispetto per il prestigio dei nostri ufficiali e per la dignità di ogni mestiere, anche il più umile: è giusto? In giornate di angoscia come queste te lo devi chiedere: è giusto?

Un ministro, un altissimo dirigente di Bankitalia o un magistrato ai massimi livelli la domestica se la devono ovviamente pagare e casomai, se proprio sono obbligati per lavoro a dare una cena di rappresentanza, motivata, chiamano volta per volta una ditta di catering: possibile che non possano farlo anche le alte cariche militari della Repubblica? Devono conservare ancora oggi, perfino in questi tempi di vacche magrissime, privilegi ottocenteschi? Gli alti ufficiali ai quali spetta l’«Asir», grandi e talora favolosi appartamenti di proprietà pubblica nel cuore dei centri storici formalmente divisi in una parte privata (sulla quale pagano un affitto di un euro a metro quadro: 300 metri, 300 euro) e una di rappresentanza, erano fino a un paio d’anni fa addirittura 59. Uno sproposito. Tanto che lo scorso anno il governo, non avendo la competenza formale sulla questione, ha premuto sul Comitato dei capi di stato maggiore perché fossero ridotti prima a 53 e poi a 47. Per puntare quanto prima a quota 39.

 

Che alcune cattive abitudini della mala politica attaccata a ogni privilegio

avessero infettato anche il mondo con le stellette, del resto, si era capito. Un solo esempio, fra i tanti? L’inchiesta interna e la successiva bacchettata appioppata dal ministero ai responsabili di una «seratina» allegra di un comando dalle parti di Roma. Sapete quanto erano riusciti a spendere per una mezzoretta di fuochi d’artificio? Trentamila euro. A spese dei cittadini.

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