Sprechi: Gli inutili corsi di formazione

L’industria della formazione professionale funziona a pieni giri in Sicilia. Per tutti: amministratori, politici, dipendenti regionali. Tranne che per i giovani che sono arrivati a frequentare anche fino a dieci corsi, uno in fila all’altro, senza mai pero’ trovare lo straccio di un lavoro. Il conto di questo doppio spreco, denaro pubblico e aspettative giovanili, […]

L’industria della formazione professionale funziona a pieni giri in Sicilia. Per tutti: amministratori, politici, dipendenti regionali. Tranne che per i giovani che sono arrivati a frequentare anche fino a dieci corsi, uno in fila all’altro, senza mai pero’ trovare lo straccio di un lavoro. Il conto di questo doppio spreco, denaro pubblico e aspettative giovanili, ha raggiunto la cifra record di quasi 2 miliardi di lire, negli ultimi sei anni. I ragazzi credono sempre meno al castello incantato della formazione professionale, ma mentre le iscrizioni degli allievi diminuiscono (meno 13,4 per cento nel 2008), aumentano gli enti incaricati di gestire i soldi contanti della cassaforte regionale. Nel 1999 gli enti per la formazione in Sicilia erano “solo” 42, dieci anni dopo sono diventati 250. Una moltiplicazioni di posti e di clientele, senza alcuna ricaduta per l’occupazione. E con il dubbio che il federalismo fiscale in versione siciliana sia gia’ un monumento alla spesa pubblica piu’ sciagurata d’Italia.

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