Solare. Da California via libera a grande impianto nel Mojave

La Commissione Energia della California (CEC) ha approvato all’unanimita’ la realizzazione del grande impianto solare a concentrazione proposto da BrightSource Energy nel sito di Ivanpah, nel eserto del Mojave). Si tratta di un impianto da 370 MW del tipo a torre e campo specchi: prevede cioe’ una vasta platea di specchi che riflette la radiazione […]

La Commissione Energia della California (CEC) ha approvato all’unanimita’ la realizzazione del grande impianto solare a concentrazione proposto da BrightSource Energy nel sito di Ivanpah, nel eserto del Mojave). Si tratta di un impianto da 370 MW del tipo a torre e campo specchi: prevede cioe’ una vasta platea di specchi che riflette la radiazione solare su una caldaia posta in cima ad un’alta torre, dove viene prodotto il vapore poi utilizzato per la generazione di elettricita’. Il progetto e’ costituito da tre distinti moduli della potenza di 120 MW il primo e di 125 MW ciascuno gli altri due. Tra i grandi progetti solari a concentrazione che hanno recentemente superato l’esame della CEC, quello di Ivanpah, con i suoi 370 MW di potenza non e’ il maggiore: proprio la settimana scorsa, ad esempio, e’ stato approvata la centrale di Blythe, da 1.000 MW. pero’ senz’altro quello piu’ controverso, essendo previsto su un’area particolarmente delicata sotto il profilo degli equilibri ambientali. Proprio per venire incontro alle preoccupazioni espresse dagli ambientalisti e per superare positivamente la valutazione della CEC, BrightSource Energy ha modificato il progetto originario, portando da 16,5 a 14,5 chilometri quadrati l’area interessata all’insediamento, evitando le zone piu’ sensibili e riducendo il numero e l’altezza delle torri. Queste mitigazioni sono state ritenute sufficienti da CEC il cui voto finale ha considerato prevalenti i benefici apportati dal progetto in termini di riduzione delle emissioni di gas serra e di sviluppo economico rispetto all’impatto ambientale causato dalla costruzione. Non cosi’ i gruppi ambientalisti secondo i quali la realizzazione dell’impianto e’ destinata comunque ad alterare gravemente l’ecosistema dell’area e a mettere a rischio, in particolare, la sopravvivenza della popolazione delle tartarughe del deserto. Per l’approvazione definitiva del progetto manca ora solo l’OK Bureau Land Management, l’organo federale soprintendente alle realizzazioni delle opere su terreni di proprieta’ federale, come e’ il caso di Ivanpah. Non sono pero’ attesi ostacoli e la prima pietra dell’impianto e’ prevista prima della fine dell’anno. Copyright APCOM (c) 2008

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