Rinnovabili in Sicilia, il boom del fotovoltaico e l’ombra della criminalità organizzata

Sono numeri da record quelli emersi da uno studio dei ricercatori del Polo Fotovoltaico della Sicilia. I raggi del sole che scaldano l’isola vengono sfruttati per produrre energia tanto da coprire, senza inquinare, una quantità di energia pulita che è pari quasi al 10 per cento del fabbisogno di energia elettrica dell’intera regione. Nel “Sicily’s […]

Sono numeri da record quelli emersi da uno studio dei ricercatori del Polo Fotovoltaico della Sicilia. I raggi del sole che scaldano l’isola vengono sfruttati per produrre energia tanto da coprire, senza inquinare, una quantità di energia pulita che è pari quasi al 10 per cento del fabbisogno di energia elettrica dell’intera regione. Nel “Sicily’s Solar Report 2013” si contano 34mila impianti (12mila di questi installati soltanto nel corso del 2012), con una produzione annua di 1,6 Twh e una potenza complessiva che supera i 1100 MW.

I pannelli solari sono in tutto 6 milioni, 5mila dei quali sono sorti nel 2012 nel territorio di Catania, che si aggiudica il primato fra le province, seguita da Agrigento, in cui ne sono nati 3mila sempre lo scorso anno.

Il responsabile del Polo Fotovoltaico, Mario Pagliaro, ha spiegato che il totale dei pannelli produce la stessa quantità di energia di due centrali termoelettriche alimentate dal sole anziché dagli idrocarburi. I risultati ottenuti però non bastano, a detta del responsabile energie rinnovabili di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, per il quale la regione dovrebbe puntare maggiormente sulla green economy per il proprio riscatto economico.

Ma se di fronte a quello che ha tutte le caratteristiche per essere definito un boom riguardo alla diffusione dell’energia rinnovabile, gli ultimi fatti di cronaca fanno riflettere e fanno luce sul coinvolgimento della criminalità organizzata in un settore particolarmente redditizio e in continua espansione. Ci riferiamo alla maxi confisca avvenuta all’inizio del mese di aprile da parte della Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ai danni dell’imprenditore Vito Nicastri, noto come il “re dell’eolico”: 43 tra società e partecipazioni societarie, oltre a palazzine, ville, magazzini e terreni, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie (tutti sequestrati nel settembre del 2010) per un valore complessivo che supera in base alle stime un miliardo e 300mila euro.

Secondo la DIA Nicastri, leader nel settore della produzione di energia eolica e fotovoltaica, avrebbe goduto dell’appoggio di Cosa Nostra. Si tratta dell’operazione più cospicua mai effettuata in Italia in fatto di sequestro di beni: una mega confisca che spazia dalla Sicilia occidentale, alla Lombardia, al Lazio e alla Calabria.

(Video BlogSicilia Tv)

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