Rinnovabili, c’è energia per i giovani

Specializzarsi in ingegneria elettrica o elettronica per trovare un lavoro sicuro. È quello che stanno facendo centinaia di studenti iscritti ai politecnici italiani per riuscire a trovare un impiego nel settore rinnovabili. Un business, quello dell’energia pulita, che in Italia continua ad allargarsi: con una produzione netta di energia rinnovabile che nel 2010 è stata […]

Specializzarsi in ingegneria elettrica o elettronica per trovare un lavoro sicuro. È quello che stanno facendo centinaia di studenti iscritti ai politecnici italiani per riuscire a trovare un impiego nel settore rinnovabili. Un business, quello dell’energia pulita, che in Italia continua ad allargarsi: con una produzione netta di energia rinnovabile che nel 2010 è stata pari al 22,8% di tutta l’energia italiana, di cui il 2,7% eolico e lo 0,6% solare (fonte Gse.it). Un trend ancora in crescita, nonostante i recenti giri di vite nel panorama degli incentivi.

MERCATO – «A partire dallo scorso marzo», spiega Luca Rai, senior manager dell’Engineering & Operations Division per la ricerca del personale di Antal International, «dopo il nuovo Decreto Rinnovabili 2011, che modifica le regole di incentivazione e di autorizzazione degli impianti fotovoltaici a terra, molte aziende hanno subito una grossa scossa a livello economico e alcune sono state costrette a chiudere i battenti. Molte imprese, tuttavia, sono riuscite a riconvertire sia gli investimenti che le tecnologie e questo ha permesso di mantenere stabile il mercato delle assunzioni».

CACCIA AI GIOVANI – Tra le aziende sempre a caccia di giovani ingegneri, la Power One, azienda internazionale produttrice di inverter per impianti fotovoltaici. L’impianto italiano è composto da 1.200 persone, e sui nuovi prodotti di ricerca lavorano 125 ingegneri, a cui se ne aggiungeranno altri 180 da assumere entro il 2013. Tra gli ingegneri del polo toscano la maggior parte è composta da giovani, ancora freschi d’università. «Siamo sempre alla ricerca di ingegneri validi da inserire nei nostri team di ricerca», spiega Averaldo Farri, amministratore delegato di Power One. «Per questo motivo, lavoriamo a stretto contatto con i poli universitari attenti al settore industriale, come ad esempio quelli di Firenze e di Pisa e, soprattutto, con le classi di circuiti elettronici di potenza di Nicola Femia dell’Università di Salerno, con cui abbiamo anche un accordo per i tirocini aziendali. Studenti che, terminato lo stage, spesso rimangono a lavorare da noi».

ESPERIENZE – Cosa che è successa all’ingegnere Martino Romano, 29enne campano inserito nel team di ricerca, sviluppo e progettazione dell’elettronica. «Quello che guardiamo in questi ragazzi», spiega Farri, «più che il voto di laurea e il tempo per terminarla sono l’apertura mentale e la sintonia con la nostra struttura. Infatti, per giudicarli non ci fermiamo ai numeri, ma guardiamo anche le idee, il modo di pensare e i contenuti. Inoltre», conclude Farri, «ai giovani ingegneri più meritevoli, terminato il periodo di prova della durata di tre mesi per cui si applica un contratto interinale, offriamo un’assunzione a tempo indeterminato».

SELEZIONE – Tra gli ultimi giovani assunti, 22 solo negli ultimi mesi, il 25enne toscano Gabriele Lombardi, impiegato nei test del settore di ricerca elettronica. «Al processo di selezione», racconta il giovane ingegnere, «oltre al colloquio tecnico sui circuiti, ho parlato molto anche delle mie prospettive». Nel polo d’eccellenza, la maggior parte sono ingegneri specializzati in sistemi elettrici, circa il 70% del totale, inseriti nel comparto hardware, dove si progettano i circuiti elettronici di potenza e si verifica la loro efficacia nei test. Sistemi messi a punto dai team d’ingegneria, a cui fa capo il 40enne Danio Nocentini, come la camera climatica CS-WH. Un struttura di 15 metri per 10 dove viene testata la capacità di resistenza degli inverter: non solo alle oscillazioni di temperatura e alle variabilità delle condizioni climatiche, ma anche alle situazioni più estreme come la corrosione nel tempo data dalla nebbia salina. Con gruppi di ingegneri impegnati ad assistere alla morte dei circuiti elettrici e a studiare soluzioni per mantenerli il più a lungo possibile in vita. Il restante 30% dei vari team di lavoro, invece, è composto da ingegneri elettronici. La maggior parte esperti di software impiegati nella gestione della sicurezza elettrica.

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