Rimborsi illegali nelle regioni: non sarebbe il caso di restituire i soldi?

Sulla carta indicate come “spese istituzionali”, in realtà erano pranzi nei ristoranti più alla moda di Milano e cioccolatini. Come recuperare ora i soldi?

La Corte dei Conti in Lombardia ha presentato il conto: 1 milione di euro, su 3milioni e 700mila euro di rimborsi complessivi, spesi illegalmente dai consiglieri regionali di tutti i gruppi. Soldi che, in teoria, devono essere restituiti.

I giudici contabili hanno fatto un lavoro certosino, ricostruendo fattura su fattura, scontrino dopo scontrino, ogni spesa pazza che i consiglieri hanno messo sul conto delle casse pubbliche. Dalle cene a lume di candela nei migliori ristoranti sushi di Milano della consigliera del Pdl Nicole Minetti, ai 50mila euro, in quattro anni, sprecati dal consigliere del Pd Carlo Sperafico che aveva il vizietto di mettere a conto della regione anche i barattoli di Nutella e l’acquisto di una moderna videocamera.

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Il milione di euro certificato dalla Corte dei Conti, per ciascuna singola spesa illegale, ha riguardato tutti i gruppi politici: dalla Lega Nord (597mila euro) al Pdl (297mila euro), dal Partito dei pensionati (827 euro) al Pdl (297mila euro).

Ma adesso viene la parte più difficile per la pubblica amministrazione: recuperare i soldi che i consiglieri hanno intascato impropriamente. Sappiamo come vanno queste cose in Italia: dopo la prima sentenza della Corte ci sarà l’appello al Consiglio di Stato e chissà che nel frattempo non scatti qualche prescrizione. Ci sarebbe un modo, però, per tagliare la testa al toro: un accordo politico, magari siglato in sede nazionale, tra tutti i partiti che sostengono il governo Letta per restituire i soldi, immediatamente, laddove la Corte dei Conti abbia certificato e documentato la truffa, come nel caso della Lombardia.

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Sarebbe un bel segnale di reale cambiamento, un modo per uscire dalle solite parole a vuoto sulla credibilità della politica, e una prova concreta di un’inversione di rotta. Inoltre, la Lombardia diventerebbe un caso-campione da applicare in tutte le regioni italiane dove i consiglieri  regionali hanno intascato soldi pubblici in modo irregolare e dove la Corte dei Conti ha certificato lo spreco.

E poiché il fenomeno si è ripetuto in ciascuna regione italiana, nessuna esclusa, ci sarebbe un bel gruzzolo di quattrini da portare a casa. Magari per ristrutturare qualche scuola.

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