Rimborsi elettorali 2 / Dieci volte più ricchi delle spese per manifesti e comizi

Che i "partiti fantasma" siano destinati ad aggirarsi ancora per un po’ sulla scena della politica italiana, lo si capisce leggendo la relazione al bilancio 2009 di Forza Italia firmata dal tesoriere Sandro Bondi. Scrive Bondi: "Il movimento (Forza Italia, ndr) resterà in attività almeno fino a tutto il 2012 anche per consentire la presentazione […]

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Che i "partiti fantasma" siano destinati ad aggirarsi ancora per un po’ sulla scena della politica italiana, lo si capisce leggendo la relazione al bilancio 2009 di Forza Italia firmata dal tesoriere Sandro Bondi. Scrive Bondi: "Il movimento (Forza Italia, ndr) resterà in attività almeno fino a tutto il 2012 anche per consentire la presentazione dei propri rendiconti annuali, a norma di legge indispensabili per completare l’incasso dei residui rimborsi spese elettorali rimasti di propria diretta pertinenza e per permettere la percezione da parte dell’istiuto di credito interessato dei crediti elettorali ad esso ceduti nel 2007, le cui erogazioni in caso diverso sarebbero sospese".

In pratica, a partire dal 2006, Forza Italia ha incassato non solo i rimborsi elettorali riconosciuti per la legislatura che si è interrotta in anticipo, ma anche una quota di quelli spettanti al Pdl per il periodo 2008-2013. Dietro il "matrimonio" tra Forza Italia e An che ha portato alla nascita del Pdl, infatti, c’è un accordo da fare invidia ai patti da osservare in caso di divorzio sottoscritti da star del cinema e regnanti. In base a quel contratto, il Pdl ha ceduto a una banca l’intero ammontare del rimborso elettorale che gli spetta per il periodo 2008-2013 (si tratta di circa 40 milioni di euro l’anno) facendosi liquidare in anticipo l’importo e dividendone il cinquanta per cento tra An e Forza Italia. Come dire, lo Stato paga il rimborso elettorale a un partito che ha partecipato alle elezioni, ma quei soldi vanno, in gran parte, a partiti che non esistono più. E che useranno quei soldi per prolungare la loro presenza da "fantasmi".

È il caso di Alleanza nazionale che per gli elettori ha chiuso i battenti all’inizio del 2008 ma che ha ancora una sede, un comitato di gestione e, soprattutto, ha continuato a incassare i soldi del rimborso elettorale. Al punto da chiudere il bilancio del 2009 con un attivo di 75 milioni di euro. Che fine faranno quei soldi? Serviranno a mettere in piedi la fondazione Alleanza nazionale che avrà come obiettivo – si legge nella relazione al bilancio – quello di "determinare l’affermazione, la diffusione e la comunicazione dei modelli sociali, culturali e politici legati alla sua tradizione". Il tutto anche grazie al denaro pubblico che doveva servire solo a coprire le spese elettorali sostenute nel 2006.

Già, la copertura delle spese. A guardare bene, i soldi che i partiti hanno ricevuto a titolo di rimborso sono molti di più di quelli che hanno tirato fuori per stampare manifesti e volantini o per organizzare comizi. La Corte dei conti è andata a spulciare tra le fatture e ha scoperto, per esempio, che per le politiche del 2008 la Lega Nord ha dichiarato spese elettorali per 2 milioni e 940 milioni e ha incassato, come rimborsi, la bellezza di 41 milioni e 385 mila euro. Tanto per spostarsi sull’altro fronte dello schieramento, Rifondazione comunista per le elezioni del 2006 ha dichiarato spese per un milione e 636mila euro. Sapete quanto ha avuto di rimborso? Sei milioni e 987mila euro. Che tra l’altro sono stati versati nelle casse del partito fino allo scorso anno nonostante in parlamento non ne sedesse più da anni neppure un rappresentante. Adesso, però, il rubinetto dei rimborsi per la legislatura finita in anticipo si è chiuso. E per Rifondazione si annunciano tempi davvero duri. Nella relazione al bilancio, il tesoriere lo dice senza mezzi termini: "Rischiamo di chiudere bottega".

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