Rifiuti, nel giro di due anni l’emergenza sarà nazionale

Nel giro di due anni tutta l’Italia rischia di conoscere il dramma vissuto da Napoli con l’emergenza immondizia. A lanciare l’allarme e’ un nuovo rapporto di Assoambiente, l’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, presentato oggi a Roma. Stando alle stime dell’organizzazione, che ha svolto un capillare lavoro di censimento di tutti […]

Nel giro di due anni tutta l’Italia rischia di conoscere il dramma vissuto da Napoli con l’emergenza immondizia. A lanciare l’allarme e’ un nuovo rapporto di Assoambiente, l’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, presentato oggi a Roma. Stando alle stime dell’organizzazione, che ha svolto un capillare lavoro di censimento di tutti gli impianti presenti sul territorio e del loro grado di “saturazione”, rimangono solo 24 mesi o poco piu’ prima che tutte le discariche italiane abbiano esaurito le loro capacita’ di assorbire il flusso di rifiuti urbani e speciali senza sforare i limiti autorizzati. Tenendo anche conto del fatto che nuove proroghe sono difficilmente immaginabili, visto che questa scorciatoia e’ gia’ stata sfruttata in piu’ di un’occasione, resta quindi poco tempo per evitare di far precipitare il Paese in un caos dalle conseguenze imprevedibili.

In teoria le soluzioni per evitare il peggio ci sarebbero e si chiamano riciclo (da incrementare il piu’ possibile) e incenerimento (per quelle componenti non differenziabili), ma Assoambiente avverte che ormai potrebbe essere troppo tardi. “Sulla base delle esperienze sino ad oggi registrate – denuncia il rapporto – la tempistica media per la progettazione e messa in funzione di un impianto prende da un minimo di quattro anni ad un massimo di quasi sei. E’ quindi evidente che, in base a questa tempistica e all’attuale trend di sfruttamento degli impianti di discarica, il Paese si trova gia’ oggi in notevole ritardo per l’individuazione e la programmazione di soluzioni alternative o di potenziamento delle attuali capacita’ di smaltimento”.

Una situazione dalla quale secondo l’associazione si puo’ uscire solo rimboccandosi le maniche e gettando basi per una gestione futura piu’ lungimirante. Il dossier non suggerisce quindi ricette miracolistiche, ma si limita a fornire uno strumento per prevedere e cercare di gestire al meglio le prossime emergenze.

“Questo rapporto – spiega il presidente di Assoambiente Pietro Colucci – costituisce un primo completo censimento degli impianti di trattamento di rifiuti esistenti in Italia e fornisce elementi per rilevare prossime situazioni emergenziali per il Paese in questo settore”. “E’ necessario – aggiunge – intervenire promuovendo sistemi integrati di gestione e l’industrializzazione del settore, che attualmente riscontra gravi e diffuse lacune operative. Lo sviluppo del settore richiede, inoltre, un quadro normativo stabile e applicato in modo omogeneo a livello territoriale, caratteristica fondamentale per garantire i necessari investimenti e corrette condizioni di mercato. Infine, e’ necessario assicurare una condizione o regolazione (quando necessario) del mercato che favorisca lo sbocco dei materiali riciclati, al fine di evitare la sottoutilizzazione delle capacita’ autorizzate e di bloccare lo sviluppo di processi tecnologici in modo da non mancare il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio fissati in ambito europeo”.

Alla cronica pigrizia e insensibilita’ italiana verso la raccolta differenziata si sono aggiunte infatti negli ultimi mesi anche le difficolta’ legate alla crisi economica che ha portato a un crollo delle quotazioni dei materiali riciclati.

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